19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Dal Comitato per il Nobel una scelta inattesa

Nobel a Obama, Premio nella speranza della pace in Medio Oriente

Comitato premia rafforzamento diplomazia,il ritorno al multilateralismo e impegno concreto sul disarmo nucleare

OSLO - Barack Obama «per i suoi sforzi straordinari per rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli» è il Nobel per la pace del 2009: quella del Comitato per il Nobel è una scelta inattesa che da una parte premia la politica di ritorno al multilateralismo e si riconciliazione con il mondo musulmano, dall'altra cerca di dare una nuova spinta a quel processo di pace mediorientale di cui la Casa Bianca si è fatta promotrice.

«Solo assai raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l'attenzione del mondo e a dare una speranza per un futuro migliore», si legge nella motivazione diffusa dal Comitato, che spiega come la diplomazia del Presidente statunitense sia «basata sul concetto che coloro che guidano il mondo debbano farlo sulla base di valori e atteggiamenti condivisi dalla maggioranza della popolazione».

Disarmo nucleare - Il Comitato sottolinea inoltre la speciale importanza del progetto e dell'impegno della Casa Bianca per un mondo senza armi nucleari: «Come Presidente, Obama ha creato un clima nuovo nella politica internazionale: la diplomazia multilaterale ha riguadagnato una posizione centrale, con un'enfasi sul ruolo che le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali possono svolgere».

Il Comitato conclude appoggiando l'appello di Obama: «E' tempo che ciascuno di noi si assuma la sua parte di responsabilità per una risposta globale alle sfide globali» Indubbiamente Obama ha portato un vento di cambiamento dopo otto anni di Amministrazione Bush: il suo discorso del Cairo, nel quale prometteva di metter fine a «un ciclo di sfiducia e discordia», il «pugno che si apre nella mano tesa» all'Iran nel suo discorso di investitura, l'impegno a chiudere il carcere militare di Guantanamo e quello per un disarmo nucleare globale e per la lotta i cambiamenti climatici.

Crisi Mediorientale - Tuttavia, oltre a un processo mediorientale ancora da riavviare su basi consolidate, Obama deve affrontare le crisi militari in Iraq e soprattutto in Afghanistan: se nel primo caso il disimpegno già deciso mesi fa sta procedendo senza eccessivi intoppi la strategia da applicare a Kabul è ancora in discussione e sembra passare comunque per un aumento delle truppe sul terreno; infine, resta da vedere se l'approccio diplomatico alla crisi iraniana sarà veramente in grado di dare frutti. Le prime congratulazioni giungono proprio da Kabul e da Teheran: in particolare, per l'Iran il Nobel «dovrà spronare Obama a mettere fine alle ingiustizie nel mondo» mentre il presidente afgano Hamid Karzai ha definito Obama «la persona giusta» a cui assegnare il Premio.

Precedenti alla «Casa Bianca» - Per quel che riguarda gli inquilini della Casa Bianca la vittoria di Obama non è certo una notizia: Theodore Roosevelt ebbe il premio nel 1906 (dopo l'arbitrato che mise fine alla guerra russo-giapponese), Woodrow Wilson lo ricevette nel 1919 dopo il congresso di Versailles che seguì la fine della Seconda Guerra Mondiale e Jimmy Carter, ormai da ex, nel 2002 per la prevenzione dei conflitti e la difesa dei diritti umani; sempre da ex, ma vicepresidente, Al Gore venne premiato nel 2007 insieme alla Commissione dell'Onu sui Cambiamenti climatici (Ipcc).

Al contrario di quanto accade per i Premi Nobel per la Fisica o la Chimica, assegnati sulla bas di ricerche o scoperte i cui risultati siano suffragati dal tempo, il premio per la Pace viene a volte dato per stimolare un processo ancora in corso.