25 aprile 2024
Aggiornato 16:30
Riforma sanitaria USA

Sanità: Obama incassa importante ok da ufficio Congresso

Cbo assicura: «Il nuovo piano non aumenterà il deficit anzi lo taglierà»

WASHINGTON - Barack Obama incassa un importantissimo via libera sulla riforma sanitaria da parte dell'Ufficio Budget del Congresso. I «ragionieri» del Campidoglio di Washington hanno infatti confermato che la rivoluzione promessa dal presidente per la sanità americana, non aumenterà di un dollaro il deficit pubblico. Al contrario, se approvata la riforma abbatterebbe il debito di 81 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni. Un punto decisivo che arriva proprio nelle ore in cui la commissione Finanze del Senato si appresta a votare il testo.

Lo studio dei funzionari del Congresso rivela che il piano, sulla cui approvazione Obama ha imperniato gran parte del suo primo mandato, fornirà un'assicurazione a 29 milioni di cittadini che attualmente sono esclusi dalla previdenza sanitaria a causa degli altissimi costi delle polizze. Dalla riforma dunque resterebbero esclusi circa 25 milioni di persone, molti dei quali immigrati illegali residenti negli Stati Uniti. I tecnici hanno così smontato un'altra delle accuse avanzate negli ultimi mesi dai repubblicani, quella secondo cui Obama vorrebbe far pagare ai lavoratori americani la previdenza degli immigrati clandestini.

Complessivamente la percentuale di americani assicurati (escludendo quelli che godono per anzianità del servizio pubblico) dovrebbe salire in dieci anni dall'attuale 83 per cento al 94 per cento. Il piano costerà in tutto 829 miliardi di dollari da qui al 2019.

Un'analisi che segna una vittoria personale per l'autore del testo, il presidente della commissione Finanze del Senato Max Baucus, che appena ricevuto la notizia è entrato trionfante in aula pronto a sottoporre la bozza ai colleghi per il voto. L'analisi dell'Ufficio Budget potrebbe così conquistare qualche repubblicano moderato e soprattutto i democratici più scettici che hanno messo fino ad oggi a rischio l'approvazione della legge per via del timore di gravare ulteriormente sul deficit, triplicatosi nel solo anno fiscale 2009.