Gli antenati di Michelle Obama: dalla schiavitù alla Casa Bianca
Il New York Times, con la cooperazione della genealogista Megan Smolenyak, ha rintracciato l'ascendenza di Michelle Obama
NEW YORK - Da una piantagione della Carolina del Sud alla Casa Bianca: il New York Times - con la cooperazione della genealogista Megan Smolenyak - ha rintracciato l'ascendenza di Michelle Obama, identificandone l'antenata più lontana in Melvinia Shields, schiava nella Carolina del Sud.
A soli sei anni, la ragazzina venne «venduta giù lungo il fiume», a sud del Mississippi. Melvinia - menzionata in un testamento del 1850 redatto dal proprietario della piantagione in cui era nata - finì in Georgia. E qui ebbe un figlio da un uomo bianco in circostanze ormai obliterate dal tempo. Nulla si sa dell'uomo. Ma dall'unione nasce un figlio, battezzato Dolphus e indicato sul certificato di nascita come «mulatto».
Nel corso della campagna elettorale Michelle Obama aveva riferito dei racconti familiari che parlavano di un antenato bianco, ma aveva raccontato di non essere molto informata sul passato della sua famiglia.
Melvinia, riporta il New York Times, morì nel 1938 in Alabama, all'età di 90 anni. Dolphus si era trasferito a Birmingham, nello stesso Stato, dove divenne un pastore battista molto rispettato dalla comunità. Fu il nipote Purnell, il nonno di Michelle, a portare la famiglia a Chicago.
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