Obama, la riforma sanitaria e le tasse
Il razzismo non c'entra: «Ci sono persone a cui non piaccio per la mia razza? sono certo che ci siano, ma non e' la questione principale in gioco»
WASHINGTON - Il presidente Usa Barack Obama ha condotto oggi un blitz a tappeto sui media per cercare di convincere un maggior numero di americani ad appoggiare la riforma del sistema sanitario statunitense che lui e i democratici sono determinati a far approvare nonostante la mancanza dell'appoggio da parte dei repubblicani.
Obama è apparso su quattro reti televisive per promuovere il suo piano, ribadendo che questo non porterà a un aumento delle tasse per la classe media come invece sospettano i critici, e cercando di mettere un punto esclamativo su un dibattito che dura da mesi e potrebbe essere alle sue settimane conclusive.
La razza non c'entra con le proteste - Non sono motivate da un pregiudizio razzista le critiche contro la riforma della Sanità Usa sollecitata del presidente. Lo ha sottolineato lo stesso Barack Obama in una intervista alla Cnn, smentendo l'opinione opposta espressa dall'ex presidente Jimmy Carter sull'argomento.
Si tratta invece, ha affermato Obama, di un dibattito che ha come fulcro il ruolo dello Stato in un settore cruciale come quello della Sanità. Il presidente Usa ha anche specificato che, secondo lui, le reazioni nell'opinione pubblica sono più aspre «quando i presidenti cercano di portare grossi cambiamenti».
Però, ha concluso Obama, per quanto riguarda tempi ampi e profondi come la riforma della sanità, il nodo della razza non è «decisivo». Il problema è quando un presidente, quando la politica, cerca di attuare ampie e radicali riforme: «pensate alle le cose che si dicevano di Franklin Roosevelt, in fondo simili ai rilievi che si rivolgono a me. Lo accusavano di essere un comunista, di essere un socialista...».
I democratici rinunciano all'opzione pubblica - La proposta della Casa Bianca per riformare la sanità americana non comprenderà un'assicurazione pubblica nelle mani del governo. È questo il punto principale della bozza di legge di 233 pagine presentata dal senatore Max Baucus, il democratico incaricato da Barack Obama di trovare un accordo con i repubblicani. Un accordo però che, dopo settimane di estenuante trattativa in commissione Finanze, non è arrivato. L'annuncio ufficiale del fallimento, almeno per ora, delle trattative sarà dato dallo stesso Baucus nelle prossime ore.
La riforma proposta da Baucus prevede un costo complessivo di 856 miliardi di dollari in dieci anni, poco meno dei 900 miliardi annunciati dallo stesso presidente Obama nel suo discorso alle Camere riunite della settimana scorsa. Al posto di un'assicurazione pubblica, la cosiddetta «opzione pubblica» contestatissima dai democratici moderati e dai repubblicani, il governo proporrà una cooperativa no profit non gestita direttamente dallo Stato.