Sentenza su appello San Suu Kyi il 2 ottobre prossimo
Legale: «Speriamo in assoluzione senza condizioni»
RANGOON - E' atteso per il prossimo 2 ottobre il verdetto della Corte d'appello di Rangoon sul ricorso di Aung San Suu Kyi contro la recente condanna a tre anni carcere e ai lavori forzati, poi commutata in diciotto mesi di arresti domiciliari.
I rappresentanti del governo e i legali della leader democratica hanno presentato le loro argomentazioni davanti alla Corte, in assenza dell'imputata, a cui è stato negato il permesso di presiedere all'udienza odierna.
«La Corte ha rinviato la decisione al 2 ottobre alle 10 (ora locale, le 6.30 in Italia, ndr)», ha detto un responsabile birmano sotto copertura di anonimato.
«Noi speriamo in un'assoluzione senza condizioni», ha precisato Nyan Win, legale di San Suu Kyi e portavoce del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia».
San Suu Kyi, in origine, era stata condannata a tre anni di reclusione e ai lavori forzati per avere violato i termini degli arresti domiciliari ospitando nella sua casa un cittadino americano per due giorni. La sanzione era stata poi commutata negli arresti domiciliari su ordine del leader della giunta birmana, il generale Than Shwe.
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