25 aprile 2024
Aggiornato 19:00
La Cia non avrà più la giurisdizione sugli interrogatori dei terroristi

Obama toglie a Cia interrogatori, ma restano rendition

Stampa: «Veri colpevoli sono Bush e Cheney»

WASHINGTON - La Cia non avrà più la giurisdizione sugli interrogatori dei terroristi, ma la pratica della rendition - che gli attivisti per i diritti umani speravano di veder abolire - rimarrà in vigore: questa pare la salomonica decisione dell'Amministrazione Obama dopo le polemiche sollevate dalla pubblicazione del rapporto interno del 2004, che mette in seria difficoltà l'Agenzia.

L'editoriale del Washington Post oggi non ha dubbi nell'indicare i responsabili delle difficoltà in cui si trova oggi la Cia: «I veri colpevoli di questa storia sono gli alti gradi, a partire dall'ex presidente George W. Bush e dall'ex vicepresidente Richard B Cheney, che hanno condotto l'America lungo la degradante strada della tortura di Stato e lasciato che la successiva Amministrazione ne subisse le conseguenze».

Barack Obama tuttavia non può dimostrarsi troppo manicheo, neanche in una situazione in cui la stampa traccia un chiaro confine morale tra ciò che è ammissibile in nome della sicurezza dello Stato - la giustificazione legale della precedente Amministrazione- e ciò che al contrario va considerato a tutti gli effetti un atto di tortura: un confine che, come dimostra il rapporto interno della stessa agenzia pubblicato in questi giorni, i funzionari hanno valicato più volte.

Se è vero infatti che alla Cia è stata tolta la giurisdizione degli interrogatori - finita di fatto nelle mani dell'Fbi, i cui funzionari si erano sempre rifiutati di cooperare nelle pratiche di «waterboarding» e altri abusi sanzionati dall'Amministrazione Bush - è anche vero che le «rendition», i trasporti di sospetti in paesi terzi dove non vigono le tutele statunitensi, continueranno, sia pure con maggiori garanzie e trasparenza.

E' vero che alcuni funzionari della Cia rischiano l'incriminazione - nonostante le assicurazioni in merito da parte dei propri superiori che nessuna conseguenza legale sarebbe seguita al loro operato. Ma è proprio la contrarietà di non pochi membri dell'Agenzia alle pratiche di interrogatorio ad essere all'origine del rapporto Helgerson, e costoro non potranno che essere soddisfatti di un pieno ritorno nella legalità. La stessa Agenzia peraltro non cessò mai di chiedere delle chiare linee guida su quali pratiche fossero autorizzate e quali no.

L'Amministrazione Obama ha messo in chiaro che coloro che hanno seguito in buona fede le regole approvate dal Dipartimento della Giustizia di Bush (per quanto discutibili) non potranno venire incriminati: resta però da decidere il destino legale di quei funzionari che si spinsero oltre, magari sotto le pressioni dei superiori che insistevano per ottenere delle informazioni ritenute importanti; quei superiori che a partire da Bush e Cheney difficilmente verranno mai chiamati a rispondere del loro operato.

Ieri, la Casa Bianca ha annunciato la creazione di un'unità d'elite incaricata di interrogare i principali sospetti terroristi, composta da esperti provenienti dalle diverse agenzie americane, ma interna all'Fbi; gli interrogatori vengono così di fatto sottratti alla Cia.

L'amministrazione Obama ha anche deciso di avviare formalmente le indagini nei confronti degli agenti Cia che hanno condotto i durissimi interrogatori sui detenuti. A condurre le indagini è stato nominato un super-magistrato, John Durham, che in passato ha già portato a termine inchieste sulle videoregistrazioni effettuate dalla Cia nel corso degli interrogatori. Ora Durham dovrà verificare come e quando la Cia abbia violato la legge pur di cercare di fermare i «nemici dell'America».