18 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Metti, un giorno a pranzo alla Casa Bianca

Obama a pranzo con gli A.d., poi presenta il conto

Per evitare polemiche su possibili conflitti di interesse

NEW YORK - Metti, un giorno a pranzo alla Casa Bianca. Quattro dei più potenti amministratori delegati americani allo stesso tavolo del presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nella sua sala da pranzo privata, a due passi dallo Studio Ovale. Un incontro, il mese scorso, per discutere del futuro economico del Paese. Ma non è questo il motivo per cui se ne parla. Il punto è che, a fine pasto, un diligente collaboratore della Casa Bianca ha chiesto le carte di credito dei quattro dirigenti e ha presentato il conto.

Una sbadataggine? Un incidente diplomatico? Niente affatto. Secondo il quotidiano di Washington, Politico, è stata una precisa scelta del «padrone di casa», che ha voluto così allontanare qualsiasi ombra su possibili accuse di conflitto di interessi. E' il nuovo corso della Casa Bianca: nell'era di George W. Bush nessuno si era mai sognato di addebitare agli ospiti il costo di pranzi e cene con il presidente. Come a dire, Obama non ne lascia passare una, rottura col passato anche nei dettagli.

Non è dato sapere che cosa abbiano mangiato - e soprattutto quanto abbiano pagato - Ursula Burns di Xerox, Muhtar Kent di Coca Cola, Randall Stephenson di At&t e Dave Cote di Honeywell International, ma c'è già chi accusa il presidente di eccessiva rigidità. «Di sicuro avevano le loro ragioni, ma non credo che sia stato un segno di ospitalità», ha detto Letitia Baldrige, una che di queste cose ne sa, dal momento che è stata a capo dello staff dell'allora first lady Jacqueline Kennedy all'inizio degli anni Sessanta.