6 maggio 2024
Aggiornato 02:01
Riforma sanità USA

Senato USA pronto a tassare chirurgia estetica

Precedenti tentativi sono sempre falliti tranne in New Jersey

WASHINGTON - Lifting, nasi e seni rifatti potrebbero contribuire alla buona riuscita della riforma sanitaria auspicata dal presidente americano Barack Obama. La Commissione Finanze del Senato, scrive The National Journal citando fonti ben informate, sta valutando la possibilità di tassare con un'imposta fissa del 10% gli interventi di chirurgia plastica non finalizzati ad alcuna cura medica.

ECCEZZIONI - Saranno quindi esclusi dalla tassa, di cui ancora però non si è discusso, gli interventi per correggere deformazioni deturpanti causate da malattie come il cancro o le operazioni per migliorare i difetti visivi, ma non ci sarà scampo per liposuzioni e iniezioni di botulino.

GIA' TESTATO CON SCARSI RISULTATI - Diversi Stati americani hanno già cercato di tassare questi interventi, ma con scarsi risultati. L'unico che ha applicato simili leggi con qualche successo è il New Jersey, imponendo una tassa del 6%, ma finora è stato racimolato appena il 25% del denaro che si sarebbe dovuto raccogliere dal 2004, data dell'applicazione della legge, a causa delle numerose cause intentate per stabilire quali siano i casi tassabili e quelli non.

CRITICI I CHIRURGHI - I chirurghi plastici hanno poi già sollevato numerose critiche sostenendo che la misura sarebbe discriminatoria contro le donne, la maggior parte dei clienti che ricorrono a operazioni correttive, e non colpirebbe fasce di popolazione ricca in quanto a ricorrere alla chirurgia estetica sono ormai diversi ceti sociali.