Teheran rilascia 5 dipendenti ambasciata Gb arrestati ieri
Iniziato riconteggio parziale dei voti
TEHERAN - Le autorità di Teheran hanno rilasciato cinque dei nove (anche se secondo altre fonti sarebbero otto) dipendenti iraniani dell'ambasciata britannica arrestati ieri: la notizia è giunta proprio mentre la leadership iraniana confermava di non volere ridurre il livello delle relazioni diplomatiche con i paesi stranieri, chiudendo le ambasciate nella capitale, e annunciava tramite la tv di stato l'inizio del riconteggio parziale dei voti per le presidenziali.
«Nove persone sono state arrestate ieri, cinque sono state liberate e quattro sono ancora sotto interrogatorio», ha confermato il portavoce del ministero degli Affari Esteri, Hassan Ghashghavi. Gli arresti, secondo quanto riferito ieri dal ministro per i Servizi Segreti Gholam Mohseni Ejei, erano stati compiuti perché «l'ambasciata di Gran Bretagna ha giocato un ruolo importante nelle recenti rivolte» contro l'esito del voto del 12 giugno. D'altra parte, il ministero degli Esteri iraniano ha spiegato oggi che «allo stato attuale non esiste alcun progetto per chiudere le ambasciate o ridurre le relazioni diplomatiche» con esse.
Intanto, la televisione iraniana Al-Alam ha annunciato l'inizio del riconteggio parziale dei voti - il 10% del totale - delle presidenziali iraniane, che il 12 giugno scorso hanno visto la vittoria del capo di Stato uscente, il conservatore Mahmoud Ahmadinejad, eletto con il 63% delle preferenze. Il riconteggio dovrebbe terminare entro questo pomeriggio e i risultati dovrebbero essere resi noti entro le prossime 24 ore, secondo quanto comunicato dall'emittente di Stato.
I due candidati riformisti sconfitti, Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karoubi, avevano chiesto ieri l'annullamento delle elezioni e la ripetizione del voto, rifiutando di nominare dei propri rappresentanti nella Commissione creata dal governo per valutare la regolarità dei risultati.
In una lettera pubblicata ieri sul suo sito web Mousavi aveva chiesto la nomina di una commissione di arbitrato indipendente, respingendo la proposta di un riconteggio parziale dei voti sottolineando come l'annullamento delle elezioni fosse la «miglior soluzione possibile per ristabilire la fiducia dell'opinione pubblica» nelle istituzioni.
Anche Karoubi, in una lettera pubblicata dal quotidiano iraniano Etemad Melli, aveva chiesto che venisse creata una commissione indipendente che riveda l'intero processo elettorale del contestato voto presidenziale, respingendo la legittimità di quella varata dal governo.
Il Consiglio, che risponde alla guida suprema, l'Ayatollah Ali Khamenei, aveva dato ieri 24 ore ai candidati perché nominino un proprio rappresentante presso la commissione creata per esaminare i risultati elettorali, ritenuti d'altra parte regolari in quanto secondo il governo non esisterebbero brogli su vasta scala.
La commissione governativa è formata tra gli altri dal consigliere per la politica estera di Khamenei, Ali Akbar Velayati, il responsabile della Commissione Cultura del Parlamento Gholam Ali Adel, considerato vicino a Ahmadinejad, e altri quattro esponenti conservatori, tutti nominati dal Consiglio che in campagna elettorale non aveva risparmiato il proprio appoggio al Capo di Stato uscente.
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