Oggi conferenza di Obama, attesa per posizione su Teheran
Repubblicani chiedono dichiarazione inflessibile di condanna
WASHINGTON - C'è grande attesa negli Stati Uniti per la conferenza stampa che il presidente Barack Obama terrà oggi al Giardino delle Rose della Casa Bianca, alle 18.30 ora italiana. L'attenzione di tutti, maggioranza e opposizione, ma anche dell'intera comunità internazionale, sarà puntata sulle parole che Obama riserverà all'Iran e all'atteggiamento che le autorità di Teheran hanno assunto nei confronti delle proteste contro la rielezione di Mahmoud Ahmadinejad.
Fino ad oggi, il presidente Usa ha usato toni piuttosto moderati cercando un compromesso fra le pressioni politiche a condannare Teheran, e il desiderio di non rovinare il lavoro di riavvicinamento compiuto negli ultimi mesi. Sabato scorso, nel suo ultimo intervento sulla questione iraniana, Obama ha chiesto al governo di Teheran di fermare "le violenze e le azioni ingiuste" contro il popolo che manifesta contro l'esito del voto ed ha sostenuto la necessità di rispettare i diritti di espressione e di riunione, così come "tutti coloro che cercano di rispettare questi diritti".
Ma l'atteggiamento fin qui tenuto da Obama ha destato critiche e perplessità bipartisan. Sono stati soprattutto i repubblicani a denunciare la loro insoddisfazione per una presa di posizione ritenuta troppo morbida. L'ultimo a intervenire, in ordine di tempo, è stato il senatore Lindsey Graham che, riferisce oggi il Washington Post, ha definito la risposta di Obama all'atteggiamento di Teheran "timida e passiva". E prima di lui indicative erano state le parole di Mike Spence, che aveva ricordato il giorno in cui l'ex presidente americano Ronald Reagan disse all'ex presidente sovietico Mikhail Gorbaciov, riferendosi al Muro di Berlino. "Abbatti questo muro!". In quell'occasione, aveva affermato Spence, Reagan non disse che "il muro non era un fatto che ci riguardava".
Quella di oggi sarà la prima conferenza stampa di Obama dall'inizio di aprile. Fra i temi trattati ci sarà anche il dossier nordcoreano e il piano di riforme avviato dalla sua amministrazione negli Stati Uniti.
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