San Suu Kyi: «Motivazioni politiche dietro mio processo»
Lo ha detto lo stesso premio Nobel in incontro con suo avvocato
RANGOON - Dietro al processo contro Aung San Suu Kyi ci sono delle «motivazioni politiche». Lo sostiene la stessa leader dell'opposizione democratica birmana, citata dal suo avvocato, Nyan Win. «Aung San Suu Kyi ha detto ieri, durante il nostro incontro, che il suo processo aveva motivazioni politiche», ha spiegato il legale, che è anche portavoce della Lega nazionale per la democrazia (Lnd), il partito del premio Nobel per la pace.
Suu Kyi, sotto processo dal 18 maggio, è in un carcere di Rangoon, con l'accusa di aver violato i termini dei suoi arresti domiciliari. Oggi Suu Kyi, che rischia una condanna a 5 anni di carcere, ha dato mandato ai suoi avvocati di ripresentare la richiesta per l'audizione di due testimoni chiave a suo favore. Non è stata indicata alcuna data per il verdetto.
Suu Kyi, 63 anni, è stata in carcere o agli arresti domiciliari per la maggior parte degli ultimi 19 anni.
I governi occidentali hanno definito il processo contro la leader democratica «una farsa», volta unicamente a giustificare la proroga del suo stato di detenzione, anche in vista del prossimo voto. La giunta militare ha organizzato delle elezioni nel 2010, per tentare di ricostruirsi una facciata di legittimità internazionale.
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