29 marzo 2024
Aggiornato 05:30

Pakistan: Unhcr di fronte a «dilemma» dopo morte dipendente

Rimasto ucciso in attentato a Peshawar

GINEVRA - L'Unhcr è confrontato ad un «vero dilemma» in Pakistan dopo l'attentato che ieri ha provocato almeno 16 morti in un grande hotel di Peshawar, fra cui un dipendente della sua organizzazione: è quanto ha sottolineato l'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati Antonio Guterres in un comunicato.

«Aleksandar Vorkapic è il secondo membro del nostro personale ad essere ucciso in meno di cinque mesi in Pakistan, dove centinaia di migliaia di persone dipendono dall'assistenza dell'Unhcr», rileva Guterres che aggiunge: «Ancora una volta, siamo costretti a chiederci come provvedere ai loro bisogni, garantendo nel contempo la sicurezza del nostro personale. E' un vero dilemma».

Vorkapic, di nazionalità serba, sposato e padre di tre figli, effettuava la sua prima missione all'estero, dopo aver lavorato come specialista informatico presso l'ufficio dell'Unhcr a Belgrado dal 2000, ha spiegato l'agenzia dell'Onu.

Nell'attentato, perpetrato con una autobomba contro l'hotel a cinque stelle Pearl Continental di Peshawar, nel nord ovest del Pakistan, è rimasta uccisa anche una dipendente filippina dell'Unicef.

Guterres ha inoltre denunciato il fatto che gli operatori umanitari sono presi sempre più come bersagli, un pò dovunque nel mondo. «Sono i poveri, gli sfollati e le persone vulnerabili che soffriranno di più per la loro morte», ha esclamato.

A febbraio, un impiegato locale dell'Unhcr era stato ucciso a Quetta in un attacco nel corso della quale un alto dirigente dell'Unhcr nella provincia del Belucistan (sud) era stato rapito, prima di essere liberato due mesi dopo. In meno di un mese, sette attacchi terroristici hanno insanguinato Peshawar, la grande capitale du nord ovest, abitata da più di 2,5 milioni di abitanti e «in via di talebanizzazione», secondo l'espressione del ministro dell'Interno.