29 marzo 2024
Aggiornato 14:30

Vaticano: Obama sceglie ambasciatore teologo liberal «pro life»

Nato a Cuba, Diaz ha difeso la ministra «pro choice» Sebelius

ROMA - Legge la lingua del Papa, il tedesco, oltre al greco e al latino, e parla inglese, francese, spagnolo e italiano, il teologo cattolico scelto da Barack Obama come ambasciatore in Vaticano. Nato a Cuba, prima di trasferirsi nella sede diplomatica romana dell'Aventino, Miguel H. Diaz deve ancora passare il vaglio del Senato Usa.

Per questo, al cronista che lo interpella preferisce non rispondere sui rapporti tra Casa Bianca e Palazzo Apostolico ai tempi di Obama e Ratzinger e rispondere con un «crepi il lupo» in perfetto italiano. Per lui, ad ogni modo, parla la sua biografia. Nato 45 anni fa all'Havana, Diaz è sposato con un'altra accademica, Marian, ed è «fiero» padre di quattro figli. Fa parte di quella popolazione ispanica che, nel panorama del cattolicesimo statunitense, rappresenta la comunità numericamente e spiritualmente più vitale. E' solo di pochi giorni fa, del resto, la nomina di un'altra cattolica di origini ispaniche, Sonia Sotomayor, alla Corte suprema. «La sua nomina sottolinea l'importante contributo che gli ispanici stanno dando come parte della struttura della nostra nazione», commenta la Academy of Catholic Hispanic Theologians of the United States di cui Diaz è stato presidente. Attualmente Diaz è professore al College di St. Benedict e alla St. John's University, in Minnesota.

Anche se è tra le 26 personalità cattoliche che hanno appoggiato con un appello pubblico la controversa nomina al ministero della Salute di Kathleen Sebelius, cattolica 'pro choice', l'ambasciatore designato viene definito da chi lo conosce un teologo progressista, sì, ma 'pro life'. La sua scelta metterebbe a tacere quei guru 'teocon' - Michael Novak, George Weigel, Deal Hudson - che non hanno apprezzato la linea editoriale dell«Osservatore romano'. Il quotidiano vaticano ha evitato di fare eco alle apprensioni di alcuni vescovi Usa per le scelte di bioetica di Obama, dalle posizioni sull'aborto ai provvedimenti sulle staminali embrionali e ha minimizzato le critiche dei settori 'pro life' all'invito di Obama alla Notre Dame University dei gesuiti. Tra le voci dissenzienti più vocali, quella dell'ambasciatrice di Bush presso la Santa Sede, Mary Ann Glendon. I vertici dell'università dell'Indiana, da parte loro, hanno difeso la scelta di invitare Obama alla cerimonia conclusiva dell'anno accademico, accolta, peraltro, da applausi scroscianti di studenti e professori. E proprio dalla università Notre Dame viene Miguel Diaz, che lì ha preso il suo phd sull'antropologia teologica ispanica negli Stati Uniti e lì ha trascorso un periodo di insegnamento. Il nome di Diaz è emerso all'ultimo come scelta di Obama. Nelle scorse settimane erano state ventilate, sulla stampa italiana e d'Oltratlantico, candidature in rotta di collisione con la posizione vaticana in materia di aborto - come Caroline Kennedy - mai confermate né dalla Casa Bianca, né dal Vaticano.

In vista dell'incontro che, con ogni probabilità, Obama avrà con il Papa a margine del vertice G8 dell'Aquila, Diaz avrà appena il tempo di superare gli esami del Senato e trasferirsi a Roma. E preparare l'incontro con Ratzinger per la presentazione delle lettere credenziali. Un'occasione ufficiale nella quale ci sarà spazio per i discorsi pubblici, dedicati a fare il punto delle relazioni tra Stati Uniti e Vaticano, e per un colloquio privato tra Ratzinger e Diaz. L'uno annoverato tra i maggiori teologi cattolici contemporanei, legato a Hans Urs von Balthasar, l'altro cultore del teologo gesuita Karl Rahner, studioso del dialogo teologico e culturale tra ispanici, afro-americani e cultura anglosassone. L'uno il Papa teologo, l'altro l'ambasciatore teologo.