26 aprile 2024
Aggiornato 06:00

Sri Lanka, Cgil: armi tacciano per salvezza popolazione civile

“Governo italiano si impegni a favore di una tregua”

ROMA – «La Cgil si unisce a quanti, in Italia e nel mondo, chiedono che le armi tacciano per consentire la salvezza della popolazione civile». E’ quanto sostiene la segretaria confederale della Cgil, Nicoletta Rocchi, in merito ai «durissimi combattimenti che si stanno svolgendo in un fazzoletto di terra, di non più di 20 chilometri quadrati ma densamente abitato, nel nord dello Sri Lanka», aggiunge.

Rocchi ricorda come, secondo l’allarme lanciato dalla Croce Rossa Internazionale, «tra i 50mila e i 100mila civili inermi sarebbero intrappolati tra i feroci combattimenti. Mentre più di 100mila sono già i profughi riusciti a fuggire durante gli scorsi tre mesi dell’offensiva finale dell’esercito cingalese contro i guerriglieri delle Tigri Tamil. Imprecisato ma enorme è il bilancio di vittime, feriti, mutilati tra i civili, usati come scudi da entrambe le parti».

Inoltre, continua la dirigente sindacale, «sembra, purtroppo, destinato a cadere nel vuoto l’invito rivolto dal presidente di turno del consiglio di sicurezza dell’Onu alle Tigri Tamil per deporre le armi e al governo cingalese per una tregua umanitaria». Per questo la Cgil, unendosi a quanti chiedono che le armi tacciano per consentire la salvezza della popolazione civile, chiede al governo italiano «di unirsi agli sforzi di altri governi, quali quello francese e britannico, nel promuovere un’iniziativa diplomatica a favore della tregua, e un’iniziativa umanitaria - conclude Rocchi - a soccorso della popolazione civile, ostaggio della guerra».