Borsa e Moody's puniscono Atlantia: Autostrade passa alla politica delle minacce soft
La holding cui fa capo Autostrade per l’Italia ha avviato la valutazione degli effetti delle «continue esternazioni e della diffusione di notizie sulla società»

GENOVA - «Atlantia sta valutando». La holding cui fa capo Autostrade per l’Italia ha avviato la valutazione degli effetti delle «continue esternazioni e della diffusione di notizie sulla società», «avendo riguardo al suo status di società quotata», con l’obiettivo di «tutelare al meglio il mercato e i risparmiatori». Non solo per una questione di immagine, ma per via del titolo che in Borsa sta precipitando da giorni. Per questo ha avviato le verifiche relative all’impatto della lettera di contestazione formulata dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nei confronti di Autostrade per l’Italia in merito agli strumenti finanziari del gruppo. E’ quanto è emerso dal board di Atlantia che si è riunito in via straordinaria dopo la tragedia di Genova. Le società del gruppo Atlantia «continueranno a profondere il massimo impegno e a collaborare fattivamente con le istituzioni tutte per il superamento dell’emergenza» fanno sapere.
Il piano di interventi
Dopo aver osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime, l’ad Giovanni Castellucci ha riferito al consiglio di Atlantia, riassumendo le iniziative avviate da Autostrade a favore delle famiglie e del territorio. In particolare, ha informato il cda sul piano «immediato» di supporto alla città di Genova, già operativo, e sui numerosi incontri con le istituzioni avvenuti fin dalle prime ore. Castellucci ha inoltre illustrato il piano di interventi, adottato nelle more dell’accertamento delle cause dell’evento, tanto a favore delle famiglie delle vittime quanto di quelle costrette a trasferirsi dalle loro abitazioni, nonché il piano di ricostruzione del ponte crollato e il piano di viabilità alternativa nella città di Genova. Misure che trovano il pieno supporto da parte di Atlantia.
La Gdf nelle sedi
Il board si svolgeva mentre nelle sedi della società le Fiamme Gialle cercavano i documenti necessari per ricostruire la storia di quel ponte maledetto, a partire dai primi collaudi degli anni ’60. È tutto contenuto in un fascicolo di centinaia di pagine, come ne esistono per ogni grande infrastruttura. L'interesse è puntato tutto sulla relazione relativa ai lavori di ristrutturazione del pilone 11, compiuti nel 1993. Si vuole capire quali fossero all’epoca le reali condizioni del 9, quello crollato, e del 10, oggi pericolante. Gabriele Camomilla, allora direttore della Ricerca e della Manutenzione di Autostrade, ha detto: «Compimmo, ovviamente, analisi molto dettagliate. I piloni risultarono perfettamente sani. E infatti sono passati 25 anni». C'è da capire però perché già allora non si ritenne necessario rinforzare tutti i piloni con tiranti esterni supplementari?
Quella consulenza chiesta da Autostrade ad Ismes
Dal punto di vista dei controlli, in primis è necessario stabilire se siano stati effettuati quelli obbligatori o meno. «Ci sono due tipi di controlli: quello con scarica elettrica deve essere effettuato una volta l’anno. L’ultimo sul Morandi risale al febbraio 2017» ha raccontato un dirigente di Autostrade al Fatto Quotidiano. Poi ci sono i quattro controlli visivi previsti ogni anno: l’ultimo risalirebbe allo scorso giugno. Infine, la consulenza che Autostrade avrebbe chiesto a Ismes che sottolineava l’esigenza che la società effettuasse un «monitoraggio dinamico continuativo», nonché lo studio del Politecnico e il parere del Provveditorato alle Opere Pubbliche (due membri del Provveditorato sono oggi membri della Commissione del Ministero sul crollo). Che cosa ha fatto Autostrade di fronte a queste osservazioni? Troppo presto per saperlo con certezza. Facile, invece, immaginarlo.
Moody's mette Autostrade sotto esame
L'agenzia Moody's intanto ha annunciato di avere posto sotto esame per un possibile downgrade i rating del gruppo Atlantia e delle controllate Autostrade per l'Italia e Aeroporti di Roma. La decisione riflette «gli accresciuti rischi al ribasso per il profilo di credito di Atlantia» legati al crollo del Ponte Morandi e all'avvio della procedura di revoca della concessione per Aspi che «avrebbe un notevole impatto negativo» sia per la società che per la stessa Atlantia. Una revoca - precisa Moody's - che eventualmente «farebbe partire richieste di indennizzo» da parte del gruppo ma al tempo stesso potrebbe spingere gli obbligazionisti a far scattare l'opzione «put» su bond Aspi. Moody's ricorda come il gruppo mantenga comunque una «certa flessibilità» per adottare misure che mitighino gli eventuali effetti negativi.
- 14/08/2022 Ponte Morandi, Genova commemora il crollo di 4 anni fa sul torrente Polcevera
- 17/07/2020 Balotta: «Il governo ha dato un buffetto ai Benetton. Ma lo pagheremo caro»
- 15/07/2020 Autostrade, intesa all'alba: verso Aspi pubblica e Benetton fuori
- 13/07/2020 Giuseppe Conte sul dossier autostrade: «Dai Benetton proposte imbarazzanti, Stato non può essere loro socio»