29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
TIMVision

L'Agcom condanna la Tim: «Addebiti illegittimi sulle bollette»

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha emesso la sentenza contro la Tim per alcune clausole vessatorie imposte ai consumatori e riguardanti il contratto dell'offerta TimVision

L'AD Marco Patuano and Telecom Italia president Giuseppe Recchi duirng the launch of the new TIM logo in Rome, 13 January 2016.
L'AD Marco Patuano and Telecom Italia president Giuseppe Recchi duirng the launch of the new TIM logo in Rome, 13 January 2016. Foto: Claudio Peri | ANSA ANSA

ROMA – L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha condannato e sanzionato la Tim per alcune clausole vessatorie imposte agli utenti. In particolare, il costo del decoder TimVision veniva addebitato illegittimamente in bolletta senza che i clienti ne avessero mai fatto richiesta.

L'Agcom sanziona la Tim
Finalmente è arrivata la condanna. L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha emesso la sentenza contro la Tim (ex Telecom) e ha sanzionato la compagnia telefonica per le clausole vessatorie del contratto per l'offerta TimVision. Come riporta il sito Laleggepertutti, l'Agcom dispone che la società Telecom pubblichi «a propria cura e spese, un estratto del provvedimento» per intero e fedelmente, sulla homepage del sito societario. In caso di inottemperanza verrà applicata una sanzione amministrativa pecuniaria da 5.000 euro a 50.000 euro (vedi Agcm bollettino n. 15 del 24 aprile 2017). Ma intanto gli utenti della Tim si sono visti addebitare illegittimamente il costo del decoder TimVision.

Un «consenso vocale» esorto con l'inganno
In seguito a una telefonata informativa realizzata allo scopo di estorcere un «consenso vocale», infatti, il decoder in questione veniva spedito dalla Tim al cliente senza che costui ne avesse mai fatto richiesta. E il costo del comodato d'uso veniva addebitato in bolletta. Ma non finisce qui. Una volta ricevuto il pacco con il decoder, se il consumatore voleva restituirlo doveva provvedere a rispedirlo indietro a proprie spese anticipando i costi della spedizione. Il che si configura non solo come un costo economico, ma anche in termini di tempo poiché l'utente doveva recarsi alla posta, fare la coda, ecc.

Troppi addebiti illegittimi al consumatore
Si tratta di una pratica scorretta molto diffusa utilizzata ad hoc da alcune aziende per disincentivare il recesso. Ma non finisce qui. Per disdire il contratto TimVision, che nel frattempo arrivava a casa con lettera semplice, l'utente era obbligato a inviare una raccomandata: altri costi per il consumatore. Gli operatori che rispondono al telefono per conto della Tim, infatti, affermano che non esiste una Pec aziendale, anche se la legge obbliga tutte le società oggi a dotarsi di posta elettronica certificata. Anche questo è un modo per disincentivare il consumatore dal dare la disdetta per il contratto. Per tutte queste ragioni, finalmente l'Agcom ha dichiarato vessatorie le clausole del contratto TimVision, invitando gli utenti a farsi rimborsare il dovuto dalla società.