29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Stop a vendita di un dispositivo

Harley-Davidson «patteggia» sulle emissioni, multa in USA da 15 milioni di dollari

La celebre casa motociclistica ha installato sulle sue moto un dispositivo simile a quello usato da Volkswagen per falsare i dati sull'inquinamento prodotto. L'accordo è stato raggiunto con l'Epa, l'agenzia per la protezione ambientale.

Il logo Harley-Davidson
Il logo Harley-Davidson Foto: Shutterstock

NEW YORK - Non ha ammesso alcuna colpa ma piuttosto che restare impantanata in una lunga battaglia legale, Harley-Davidson ha deciso di patteggiare con le autorità americane per archiviare le accuse secondo cui il produttore di motociclette ha violato le leggi sulle emissioni. Il gruppo ha accettato di pagare 12 milioni di dollari di multa e di spendere altri 3 milioni in progetti in favore dell'aria pulita. La tesi del dipartimento di Giustizia e dell'Agenzia per la protezione ambientale (Epa, la stessa che lo scorso settembre fece esplodere lo scandalo dieselgate che ha travolto la tedesca Volkswagen) è però diversa da quella di Harley-Davidson.

Il dispositivo «super tuner»
Stando alle autorità Usa, l'azienda ha prodotto e venduto 340.000 circa dispositivi illegali chiamati «super tuner» che, una volta installati, hanno permesso alle motociclette di emettere più emissioni di quelle certificate dall'Epa. Non solo. La tesi è che Harley-Davidson abbia commercializzato oltre 12.000 moto prive di una certificazione Epa che garantisce il rispetto degli standard richiesti.
Per Harley-Davidson invece «questo patteggiamento non è un'ammissione di alcuna responsabilità ma un compromesso in buona fede con l'Epa su aree della legge che interpretiamo in modo diverso, specialmente la tesi dell'Epa secondo cui è illegale per chiunque modificare un veicolo certificato anche se viene usato solo per competizioni fuori strada o su circuito». L'idea è che per oltre due decenni un tale dispostivo dedicato alle competizioni è stato venduto e giudicato legale in Usa.
A prescindere dalla tesi delle due parti, il produttore di motociclette deve bloccare entro il 23 agosto prossimo la vendita in Usa del dispositivo incriminato (simile a quello installato direttamente da VW sulle sue auto) e si impegna a riacquistare quelli presenti nei concessionari della nazione e a distruggerli. Il modello in questione si chiama Pro Super Tuner.

Tiene il titolo in borsa
«Vista l'importanza di Harley-Davidson nel mercato, questo è un passo molto significativo verso il nostro obiettivo di fermare la vendita di 'defeat device' illegali che provocano inquinamento dannoso sulle nostre strade e nelle nostre comunità», ha dichiarato in un comunicato John C. Cruden, assistente del segretario alla Giustizia nonché a capo della divisione Ambiente. «Chiunque altro produca, venda o installi questo tipo di prodotti illegali dovrebbe prestare attenzione alle azioni correttive di Harley-Davidson e smettere immediatamente di violare la legge», ha proseguito.
Ed Moreland, a capo degli Affari governativi di Harley-Davidson, ha spiegato che patteggianto «possiamo concentrarci sul futuro e sull'innovazione di prodotto invece che su una battaglia prolungata con Epa».
Il titolo Harley-Davidson cede al Nyse l'1,7% a 53,52 dollari, sopra i minimi intraday intorno ai 50 dollari raggiunti non appena la notizia del patteggiamento era stata diffusa.