19 marzo 2024
Aggiornato 10:00
mafia a milano

Mafia a Expo, a Milano 11 arresti e un business da 20 milioni di euro

L'inchiesta milanese con al centro Expo ruota intorno ai due uomini indagati: Giuseppe Nastasi e Liborio Pace. Nel frattempo i pm si affrettano a sottolineare che non è un'indagine sulla Fiera

ROMA - Le mani di Cosa Nostra si sono allungate su Expo. Un giro di appalti da quasi 20 milioni di euro in tre anni e undici arresti. Sono questi i numeri dell'operazione che gli uomini della Guardia di Finanza di Milano hanno eseguito nella capitale lombarda.

L'inchiesta milanese con al centro Expo
L'inchiesta milanese ruota attorno a Dominus Scarl, consorzio di cooperative attivo nel settore dell'allestimento stand che ha ricevuto in subappalto dalla Fiera di Milano le commesse per realizzare alcuni padiglioni di Expo. In particolare si tratterebbe di quelli di Francia, Qatar, Guinea Equatoriale e dello sponsor Birra Poretti. Il consorzio era amministrato da Giuseppe Nastasi, finito in arresto insieme al suo braccio destro, Liborio Pace, e all'avvocato Danilo Tipo, ex presidente della Camera Penale di Caltanissetta.

Gli uomini indagati: Nastasi e Pace
Secondo i magistrati milanesi, avrebbero creato un sistema di fatture false per generare fondi neri e riciclare il denaro in Sicilia, attraverso legami con la famiglia mafiosa dei Pietraperzia. Come riporta La Repubblica, infatti, nell'ordinanza si legge che proprio «Nastasi è apparso subito in rapporti molto stretti con Liborio Pace, già imputato per appartenenza alla famiglia mafiosa di Pietraperzia». E Liborio Pace «dalle indagini appare come elemento di collegamento con detta famiglia partecipando all'attività di riciclaggio del denaro provento dei reati tributari", si legge ancora nell'ordinanza.

I rapporti tra la Dominus Scarl e la Nolostand Spa
Al momento non risulta indagato nessuno dei dipendenti della Fiera, ma la Dominus Scarl, proprio quella al centro dell'inchiesta e della quale Giuseppe Nastasi era amministratore, «lavora quasi esclusivamente con Nolostand spa, società interamente controllata da Fiera Milano», e proprio in virtù di tale rapporto imprenditoriale e commerciale «ha effettuato lavori di allestimento e smontaggio per Expo 2015», scrive il gip Maria Cristina Mannocci nell'ordinanza d'arresto.

Non è un'indagine sulla Fiera
Il pm della Dda, Paolo Storari, ha sottolineato che «non è un'indagine su Fiera Milano», ma «un'indagine sul consorzio Dominus e su Giuseppe Nastasi che si sono infiltrati in Fiera Milano».Secondo Storari, «Expo si è servita di Fiera Milano per la realizzazione di alcuni stand. Ma non è Expo che non ha controllato». Poi ha puntualizzato ancora il magistrato: «E' Nolostand che non ha controllato». Il problema, però, è che Nolostand (società commissariata dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Milano per un periodo di tre mesi) «fa affidamenti diretti, non gare pubbliche, perché da un punto vista legislativo non è tenuta a farlo». Il che, ha messo in chiaro il procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Ilda Boccassini, «non è un problema nostro, ma del legislatore. Un ente pubblico che non fa gare pubbliche impone una riflessione».