28 settembre 2023
Aggiornato 03:30
Sale la pressione sul gruppo pharma paragonato a seconda Enron

Due colossi Usa dell'health care tagliano i legami con Valeant

I guai per Valeant non sembrano destinati a finire. Ieri il gruppo farmaceutico canadese ha subito una doppia batosta: due dei principali protagonisti del settore health-care americano hanno deciso di smettere di fare business con un gruppo controllato da Valeant

ROMA - I guai per Valeant non sembrano destinati a finire. Ieri il gruppo farmaceutico canadese ha subito una doppia batosta: due dei principali protagonisti del settore health-care americano hanno deciso di smettere di fare business con un gruppo controllato da Valeant, il cui titolo ieri nel dopo mercato ha perso oltre il 13% a Wall Street. La seduta era finita in ribasso del 4,7% a 111,5 dollari.

Philidor-Valeant tagliata fuori
Express Scripts e CVS Caremark - che in America sono noti come «pharmacy benefits managers» in quanto gestiscono i farmaci vendibili dietro ricetta medica per conto di gruppi assicurativi sanitari - hanno detto di avere messo fine alla loro relazione con Philidor, una «specialty pharmacy» che vende farmaci di Valeant. Express Scripts ha spiegato di volere tagliare i legami con gruppi «il cui volume di ricette mediche è legato a un solo produttore». CVS ha comunicato di avere scoperto che Philidor non ha rispettato i termini di un loro accordo.

L'ennesimo colpo
Per Valeant - tra i cui più grandi azionisti ci sono gli hedge fund gestiti da Bill Ackman, Jeff Ubben e John Paulson - è l'ennesimo colpo: da agosto ha bruciato oltre 50 miliardi di dollari di capitalizzazione per via dei dubbi del mercato sul suo modello di business legato a forti incrementi di prezzo dei suoi prodotti e tecniche di vendita aggressive. Il colpo di grazia lo ha dato il 21 ottobre scorso la società di ricerca Citron Research, secondo cui Valeant rischia di essere una seconda Enron (il colosso energetico che a fine 2001 mise a segno la più grande bancarotta nella storia americana). Cinque giorni dopo quelle insinuazioni il gruppo si è difeso in una conference call e ha chiesto l'avvio di un'indagine alla Securities and Exchange Commission sulla tesi "completamente falsa" di Citron. Nel frattempo però Valeant fatica a convincere il mercato.

Frode?
Il problema è legato appunto a Philidor: il sospetto è che sia al centro di una frode contabile che avrebbe permesso di gonfiare i ricavi di Valeant. O che comunque le sue attività non siano sostenibili. Da quella farmacia è arrivato il 7% dei ricavi di gruppo nel terzo trimestre. Nello stesso periodo il 44% delle vendite di Jublia, una crema contro i funghi delle unghie che rappresenta il secondo prodotto più redditizio di Valeant, è stato generato proprio da Philidor. Il timore è che Valeant dipenda troppo da Philidor e che le tecniche usate dalla farmacia abbiano violato la legge, cosa che forse renderebbe colpevole la stessa Valeant.

Dubbi
Di certo l'azienda canadese non è sempre stata trasparente: nel dicembre 2014 acquistò un'opzione per comprare Philidor, che a sua volta ha opzioni per rilevare una serie di piccole farmacie regionali. Valeant ha iniziato a includere nei suoi conti i ricavi di Philidor, cosa nascosta agli investitori fino all'inizio di ottobre. Un'altra dimostrazione dei dubbi su Valeant è arrivata sempre ieri da Sequoia Fund, uno dei suoi più grandi azionisti. Due dei cinque membri indipendenti del consiglio di amministrazione hanno deciso di dimettersi. Come riferito dal Wall Street Journal, si tratta di Vinod Ahooja e Sharon Osberg: da mesi chiedevano se avesse senso mantenere una così grande partecipazione nel gruppo farmaceutico.

(Con fonte Askanews)