19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Vola il titolo a Piazza Affari

Sorin, il Tribunale di Milano da il via libera alla fusione con l'americana Cyberonics

Il Tribunale rigetta il ricorso dell'Avvocatura dello Stato, che accusava l'azienda di volersi sottrarre alla responsabilità dei danni ambientali causati nel territorio bresciano

MILANO (askanews) - Strada spianata per la fusione tra Sorin e l'americana Cyberonics. Il Tribunale di Milano ha infatti respinto il ricorso presentato dall'Avvocatura dello Stato contro l'operazione, consentendo così di proseguire il processo di integrazione che porterà alla nascita di un leader globale nelle tecnologie medicali. La vittoria giudiziaria ha messo le ali al titolo Sorin che a Piazza Affari, in una seduta fortemente colpita dalle vendite, ha chiuso in rialzo del 6,15% a 2,76 euro.

Cyberonics aspetta il voto degli azionisti
Intanto Cyberonics ha convocato per il prossimo 22 settembre, a Houston (Texas), l'assemblea straordinaria degli azionisti per votare sulla fusione, che è già stata approvata dai board di entrambe le società nonchè dai soci di Sorin. «Accogliamo con soddisfazione il rapido riesame della questione da parte del Tribunale e continuiamo a fare progressi verso la costituzione di LivaNova (il nome della futura società che nascerà dalla fusione, ndr) - ha commentato André-Michel Ballester, amministratore delegato di Sorin - Da parte nostra continueremo a dialogare in modo costruttivo con le competenti autorità italiane sulle questioni insorte».

La strada per la fusione ora è in discesa
A fine luglio l'Avvocatura dello Stato, su richiesta del ministero dell'Ambiente e di altre amministrazioni pubbliche, aveva depositato presso il Tribunale di Milano un atto di opposizione contro la fusione che, secondo l'accusa, avrebbe lo scopo di allontanare eventuali responsabilità nella causa per inquinamento ambientale, tuttora in corso, nei confronti della ex controllante Snia. Il ministero dell'Ambiente aveva chiesto 3,2 miliardi di euro a copertura dei danni ambientali e dei costi di bonifica dei siti inquinati (Brescia, Torviscosa e Colleferro) dell'ex azienda chimica Snia, in amministrazione straordinaria dal 2010. Nel 2003 il ramo biomedicale Sorin venne scorporato dalla capogruppo Snia, la quale divenne di fatto la bad company che poi fallirà. Sorin e Cyberonics hanno fin da subito contestato le accuse, ritenendone infondate le ragioni. Con la decisione odierna del Tribunale ora la strada per la fusione è tutta in discesa, pur se leggermente ritardata rispetto alla tabella di marcia originaria: il perfezionamento dell'operazione è atteso nel corso del quarto trimestre dell'anno, hanno fatto sapere oggi le due società, laddove un mese era previsto entro la fine del terzo trimestre.