19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Parla l'amministratore delegato di Fca

Marchionne: «La Fiat resterà italiana»

Domani prima assemblea del nuovo gruppo ad Amsterdam, ma l'ad rassicura: «L'impegno in Italia non diminuirà». E in borsa non sarà quotato più del 10% della Ferrari

AMSTERDAM (askanews) – L'attività in Italia di Fiat Chrysler Automobiles non diminuirà. Lo ha assicurato l'amministratore delegato Sergio Marchionne al termine dell'assemblea di Cnh Industrial. Domani ad Amsterdam, ha sottolineato Marchionne, è prevista «la prima assemblea di Fiat fuori dall'Italia, ma è anche la prima di Chrysler fuori dagli Stati Uniti. Questo non significa che l'impegno in Italia diminuirà, anzi: non è cambiato nulla». Non sarà inoltre superiore al 10% la quota del capitale della Ferrari che andrà in Borsa a Wall Street: «Credo che non andremo oltre il 10% – ha sottolineato – stiamo ancora valutando. Il filing alla Sec – ha aggiunto Marchionne – sarà depositato nel secondo trimestre e il collocamento sarà nel terzo trimestre».

Un occhio alla Turchia
Le tensioni politiche con la Turchia dovrebbero terminare presto, auspica il numero uno di Fca, secondo cui «è un problema che spero non diventi qualcos'altro e che mi auguro si fermi qui». La Fiat infatti ha una joint-venture in Turchia con il gruppo Koc, la Tofas. «Abbiamo avuto – ha aggiunto Marchionne – una riunione del cda della joint venture due giorni fa a Torino. Non vogliamo che il paese venga isolato: è già un'area che confina con dei problemi molto significativi, non vogliamo aggiungerne altri».

No ad alleanze alla cieca
La scelta sulle alleanze per Fiat Chrysler Automobiles deve essere «molto razionale, precisa e articolata», perchè «non si può andare alla cieca». Lo ha sottolineato Marchionne, secondo cui non si può «cercare di sparare i numeri senza sapere realmente quali possono essere i benefici di queste alleanze, che sono di una certa misura e devono essere eventualmente valutate». «Come leader del settore auto – ha detto Marchionne al termine dell'assemblea di Cnh Industrial – abbiamo il compito di lasciare dietro i nostri interessi particolari e affrontare la grande questione della sovracapacità. Questa industria storicamente ha sempre distrutto valore. Nel 2009 il governo americano ha cercato di risolvere i problemi di un'industria che soffriva di sovracapacità e carenze strutturali, ma non ha affrontato l'obiettivo ultimo che era il costo del capitale perchè questo è un problema che coinvolge l'industria. Escludendo i costruttori nei segmenti premium – ha aggiunto il numero uno di Fca – l'industria ha dimostrato di non essere in grado di remunerare il costo del capitale. Questo è un problema molto importante. La seconda fase di questo percorso è riconoscere che ci sono tante duplicazioni nell'industria dell'auto che non portano ad acquisire quote di mercato e creano condizioni di competitività che sono ingiustificate e non danno guadagni. Non capisco – ha concluso – come mai altre industrie lo abbiano già capito e noi no. La cosa più difficile da fare è ottenere che un tacchino si inviti da solo al giorno del ringraziamento».