Enel conferma: chiuderà 23 centrali
L'azienda intende dismettere impianti per circa 12 gigawatt. Entro il 20 aprile presenterà il piano per la loro riconversione. Lo aveva già annunciato l'ad, Francesco Starace, il 15 ottobre scorso alla Commissione Industria del Senato
ROMA – Enel intende dismettere 23 centrali elettriche ed entro il 20 aprile presenterà il piano per la loro riconversione. Lo ha annunciato il direttore per l'Italia, Carlo Tamburi, intervenendo ad un convegno di Assorinnovabili. La notizia non è nuova, e riprende in toto quanto aveva annunciato l'amministratore delegato, Francesco Starace il 15 ottobre scorso alla Commissione Industria del Senato.
IMPIANTI SENZA SPERANZA - Per Tamburi è necessario considerare l'eccesso di capacità produttiva installata in Italia: «Abbiamo constatato che questi impianti, per circa 12 gigawatt, sono senza speranza. Non pensiamo che possano mai entrare in servizio nei prossimi 5 anni». Il manager ha proseguito: «Il nostro lavoro è dare un futuro a questi impianti e provare ad immaginare progetti di reindustrializzazione o di valorizzazione, anche immobiliare o culturale, per non abbandonare questo patrimonio». Tamburi ha ricordato che Enel sta già discutendo con gli «enti locali per quegli impianti presenti nelle aree urbane come Genova e Bari e nel giro di 3 settimane, intorno al 20 aprile, presenteremo un piano». Nei giorni scorsi l'azienda ha approvato il bilancio 2014, dove ha spiegato di aver operato svalutazioni di asset per 6,427 miliardi, di cui 2,108 miliardi per quanto riguarda gli «asset relativi alla generazione da fonte convenzionale (olio combustibile, a carbone o a gas naturale, ndr) a seguito del perdurare della crisi che ha colpito tale settore».
LE IDEE DI STARACE - Come già anticipato, Starace aveva preannunciato che «alcuni impianti termoelettrici non risultano più competitivi», spiegando che si tratta di 23 centrali «potenzialmente da dismettere», che hanno una capacità produttiva di circa 11 gigawatt che si andranno a sommare ai 2,4 GW di potenza termoelettrica già messa fuori rete. L'ad aveva poi spiegato che erano già state avviate le procedure di cessazione definitiva per le centrali di Trino Vercellese (Vc), Porto Marghera (Ve), Alessandria (Al), Campomarino (Cb), Carpi (Mo), Camerata Picena (An), Bari (Ba), Giugliano (Na) e Pietrafitta (Pg). Il dirigente aveva previsto per gli impianti da chiudere diversi scenari: «Alcuni possono avere un futuro nelle rinnovabili, biomassa in particolare, oppure essere soggetti a reindustrializzazione, altri vanno riprogettati come spazi urbani».