Rinnovabili per le antenne radio: il progetto di Ericsson, Telecom e 3 Italia
La volontà è quella di sfruttare un mix di energie alternative per produrre idrogeno e celle a combustibile per alimentare le stazioni radio base, soprattutto nelle zone rurali e nei Paesi emergenti, che ad oggi sfruttano il diesel.
ROMA - Difficili i tempi per Ericsson visti i duri tagli al personale che dovrà sopportare, eppure parte proprio dalla società svedese un progetto che intende sviluppare l'utilizzo di rinnovabili per far funzionare le antenne radio. L'idea viene sviluppata in collaborazione con Telecom Italia, 3 Italia e l'European Union Energy Joint Research Centre. Gli altri partner del progetto dell’Unione Europea sono l’Università Tor Vergata di Roma, le aziende Dantherm Power, GreenHydrogen e Mes. Nello specifico, la volontà è quella di sfruttare un mix di energie alternative per produrre idrogeno e celle a combustibile per alimentare le stazioni radio base, soprattutto nelle zone rurali e nei Paesi emergenti. Il problema per queste aree infatti è che molte stazioni radio base non sono collegate alla rete elettrica e fanno affidamento su batterie e generatori diesel che sono altamente inquinanti e poco efficienti, anche in termini di costi di manutenzione.
COME FUNZIONA - Per testare le nuove tecnologie Ericsson ha scelto il nostro Paese. L'obiettivo è chiaro: ridurre l'impatto ambientale rispetto ai generatori diesel, riducendo in questo modo i costi di gestione per gli operatori e generando un impatto positivo sull’ambiente. Le fonti di energia rinnovabile includono pannelli solari, batterie che immagazzinano l’energia solare, elettrolizzatori per produrre localmente idrogeno e celle a combustibile. Il mix di fonti di energia alternative è gestito attraverso una soluzione ICT Ericsson in grado di selezionare la fonte più adatta ad alimentare la stazione radio base, in funzione di fattori locali come ad esempio le condizioni meteo, il tempo, il livello di carica delle batterie e la disponibilità di idrogeno. La soluzione inoltre include un contatore intelligente e un sistema di telecontrollo che fornisce all’operatore maggiori dettagli sul comportamento energetico della singola stazione radio base.
MENO CO2 E PIÙ EFFICIENZA - "Questa combinazione di fonti energetiche alternative riduce le emissioni di carbonio del sito radio e offre agli operatori una maggiore efficienza dei costi – ha commentato Nunzio Mirtillo, ad di Ericsson in Italia e Presidente della Regione Mediterranea –. Grazie a questo progetto, Ericsson mostra la sua leadership nello sviluppo di soluzioni innovative per aumentare l'efficienza energetica, contribuendo a rendere il mondo più sostenibile".
ENTRO IL 2020 QUASI TUTTO IL MONDO AVRÀ UNO SMARTPHONE - Un progetto che nasce da lontano, e che si rivela sempre più urgente anche alla luce dell'ultimo Ericsson Mobility Report che dice chiaramente come entro il 2020 il 90% della popolazione mondiale sopra i 6 anni avrà uno smartphone e il traffico dati in mobilità crescerà di 8 volte. Questo significa che le emissioni di carbonio generate dall’Ict raggiungeranno 1,1 milioni di tonnellate entro il 2020, il 2% del totale. Tuttavia l’uso delle soluzioni Ict sarà cruciale per ridurre l’ulteriore 98% delle emissioni.
L'IMPEGNO DI TELECOM E 3 - Anche 3 e Telecom Italia si dimostrano attente ai principi della green economy. "Abbiamo aderito con convinzione a questo progetto perché rappresenta un esempio di best practice in materia di efficienza energetica – ha detto Roberto Opilio, Direttore Operations Telecom Italia –. Un’iniziativa che conferma come sia possibile coniugare prestazioni tecnologiche e di sostenibilità ambientale, in coerenza con le linee di corporate social responsibility della nostra azienda, con l’obiettivo di intraprendere azioni virtuose di salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini».
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