30 marzo 2023
Aggiornato 06:30
Allarme disoccupazione

Fmi: La Ue premi chi fa le riforme

Il FMI avverte che 200 milioni di persone sono senza lavoro a livello globale. Il futuro dell'UE è nebuloso, e Christine Lagarde raccomanda ai paesi di non dimenticare i giovani disoccupati.

NEW YORK - La disoccupazione «resta un ostacolo chiave nella lotta alla povertà e nel sostegno alla crescita». In particolare quella giovanile, che si attesta a livello globale al 13%, 74 milioni di persone, "è una fonte di preoccupazione».

LAGARDE: LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE E' PREOCCUPANTE - Lo ha detto il direttore generale del Fondo monetario internazionale Christine Lagarde aprendo l'incontro «Challenges of job-Rich and Inclusive Growth», organizzato a Washington nell'ambito dei lavori autunnali del Fmi. Il numero uno del Fondo ha fatto riferimento ai dati dell'International Labour Organization, agenzia delle Nazioni Unite, secondo cui al mondo ci sono 200 milioni di disoccupati, 30 milioni in più rispetto all'inizio della crisi. Nelle economie sviluppate il tasso di disoccupazione medio è pari all'8,5%, contro il 5,8% di prima della crisi.

200 MILIONI DI DISOCCUPATI - Il lavoro è ormai in cima all'agenda globale, non solo europea, e il Fondo monetario internazionale avverte che da qui al 2018 altri 13 milioni di persone si aggiungeranno alle fila dei disoccupati, che già oggi superano quota 200 milioni. Per questo, ha spiegato Vitor Gaspar, direttore del dipartimento analisi dei conti pubblici del Fmi, l'ultima edizione del Fiscal Monitor cerca di spiegare come le politiche di bilancio possano intervenire.

I GIOVANI SONO FUORI DAL MERCATO - La particolarità dell'edizione di quest'anno della analisi sui conti pubblici è proprio il fatto di porre tanta enfasi su come aiutare lavoro e disoccupazione, laddove solitamente la pubblicazione è dedicata a esortazioni alla prudenza sulla gestione dei conti. Gaspar però ha avvertito che le politiche di bilancio non possono operare da sole. Soprattutto "non possono sostituirsi alle riforme strutturali", ha detto. «Possono lavorare in tandem con gli sforzi delle riforme per sostenere la crescita e la creazione di lavoro». Il tutto mentre la disoccupazione resta a livelli «inaccettabilmente alti. E l'aspetto più preoccupante è sui giovani: ci sono paesi avanzati - ha detto Gaspar - in cui la disoccupazione giovanile è cresciuta del 50 per cento. Mentre in diverse economie emergenti la creazione di lavoro non è in grado di assorbire gli elevati numeri di giovani che entrano nel mercato».

SCHULTZ: SERVE LA CRESCITA- "Non metteremo mai a posto i bilanci pubblici senza la crescita». Lo ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, al suo arrivo alla conferenza Ue sul lavoro di Milano. «Stimolare la crescita attraverso investimenti pubblici e privati è la soluzione - ha aggiunto - non avremo mai bilanci sostenibili se non c'è la crescita e migliori entrate, tagliare solamente non ha senso».