20 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Immobili

Il mercato immobiliare è tornato indietro di 30 anni

Anche nel 2013 il settore ha continuato nella sua parabola discendente, con 407mila unità vendute, ben al di sotto delle 430mila registrate nel 1985. Il calo complessivo, pur avendo subito un lieve rallentamento nel corso dell'anno, è stato del 9,2%. Nei primi tre mesi del 2014 però le nuove erogazioni di mutui hanno registrato un incremento superiore al 20%

ROMA – Il mercato immobiliare è tornato indietro di 30 anni. Anche nel 2013 il settore ha continuato nella sua parabola discendente, con 407mila unità vendute, ben al di sotto delle 430mila registrate nel 1985.

CALO DEL 9,2% - Il calo complessivo, pur avendo subito un lieve rallentamento nel corso dell'anno, è stato del 9,2 per cento e ha riguardato maggiormente le aree del Centro (-10,3%) e delle Isole (-10,8%). Seguono il Sud (-9,8%), il Nord-Ovest (-8,8%) e il Nord Est (-7,5%). Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto Immobiliare 2014, lo studio annuale delle abitazioni frutto della collaborazione dell'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate e l'Abi.

MIGLIORATO ACCESSO A CREDITO PER IMMOBILI - Nei primi tre mesi del 2014 le nuove erogazioni di mutui hanno registrato un incremento superiore al 20 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013. Tuttavia lo scorso anno prosegue, pur attenuandosi, la flessione registrata nel 2012 e con 143mila 572 compravendite il calo risulta del 7,7 per cento. Secondo l'indice elaborato dall'Ufficio studi dell'Abi, è quindi migliorata nel 2013 la possibilità di accesso delle famiglie italiane all'acquisto di un'abitazione. A fine 2013 l'indice risultava pari al 6,7 per cento, 2,1 punti percentuali in più della prima metà dell'anno. Il significativo miglioramento riporta quindi l'indice in linea con i valori pre-crisi, superando le difficoltà registrate in seguito alla crisi dei debiti sovrani. L'andamento, spiega l'Abi, è principalmente dovuto a un miglioramento del prezzo relativo alle case rispetto al reddito disponibile. Al miglioramento contribuisce l'andamento dei tassi di interesse sui mutui. In termini distributivi la quota di famiglie che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30 per cento del costo annuo del mutuo per l'acquisto di una casa è, infatti, di poco superiore al 50 per cento, valore in buon recupero rispetto a 5 anni prima.

«I dati dei primi mesi del 2014 - commenta il direttore generale dell'Abi Giovanni Sabatini a margine della presentazione del rapporto - mostrano segnali positivi anche se nel 2013 prosegue la diminuzione delle compravendite. L'indice dà segnali di miglioramento che disegna uno scenario di modesto ottimismo. Bisogna lavorare su questi segnali di ripresa».

-8 MILIARDI DI FATTURATO - Per l'acquisto di abitazioni nel 2013 il mercato immobiliare ha perso circa 8 miliardi: si sono spesi infatti 67,5 miliardi di euro a fronte dei 75,7 miliardi registrati nel 2012. In linea con l'andamento delle transazioni, il valore di scambio complessivo risulta in calo del 10,8 per cento. Il calo è diffuso in tutte le aree del paese con il tasso più elevato al Sud (-13,4%), con un tasso intorno al 12 pe cento per il Centro e le Isole, e cali poco sotto il 10 per cento per le due aree del Nord. Il calo del fatturato è poco più elevato nei comuni non capoluogo (-12%) rispetto ai capoluoghi (-9,2%). I valori più bassi di fatturato si riscontrano nei comuni più piccoli, inferiori a 5mila abitanti, con 115mila euro circa per abitazione, e il valore mediamente più elevato si ha per le città più grandi, 253mila euro circa. Quest'ultima è anche la classe di comuni il cui fatturato subisce il calo minore (-8,5%), rispetto alle flessioni comprese tra l'11,3 per cento e il 12,1 per cento rilevate nelle altre classi di comuni.