20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Per un'economia più umana

Lavoro: Cardinale Bagnasco, serve una rivoluzione culturale

Per la ricorrenza di San Giuseppe, patrono dei lavoratori, il presidente della Cei ha detto che bisogna passare «dall'io al noi» e sostenere chi «crea impiego semplificando le burocrazie»

GENOVA – Il cardinale di Genova Angelo Bagnasco ha incentrato sul mondo del lavoro per la ricorrenza di San Giuseppe, patrono dei lavoratori, gran parte della sua omelia odierna. Per il presidente della Cei, nel mondo del lavoro serve una «rivoluzione culturale», per passare «dall'io al noi», e bisogna sostenere chi «crea lavoro semplificando le burocrazie».

SERVE RIVOLUZIONE CULTURALE - Bagnasco ha detto: «E' necessaria e credo sia in atto e sia possibile una rivoluzione culturale concreta. Bisogna accelerare la conversione dall'io al noi, dal mio al nostro: non certo nel senso che non esistono più l'io e il mio, ma nel senso che non possono essere mai più intesi come degli assoluti, come fatto finora, cioè slegati dal resto del mondo».

UN'ECONOMIA UMANA - L'arcivescovo di Genova ha sottolineato che «la rivoluzione culturale deve investire non solo il modo di pensare privato ma anche comunitario e sociale, con ricadute sulla concezione del lavoro, sulla visione di un'economia umana e di una società che non sia un agglomerato di individui ma una comunità solidale».

VELOCIZZARE E INCENTIVARE - Bagnasco ha concluso: «Se non si velocizza e non si incentiva, si scoraggia e si allontana ogni lavoro vecchio e nuovo». L'arcivescovo ha poi elogiato le iniziative di molti giovani che «hanno scovato nuove vie di occupazione, grazie allo spirito di intraprendenza e alla genialità che caratterizza il mondo giovanile».