Disoccupazione ancora da record, Giovannini: «Coerente con il quadro economico in cui ci sono segnali di risveglio»
L'Istat ha rilevato che lo scorso mese il tasso è rimasto al massimo storico del 12,5%, tra i 15-24enni invece ha toccato il 41,2%. Il numero dei disoccupati ha raggiunto la quota, massimo storico dal '77, di 2 milioni 844mila. Il ministro del Lavoro: «La ripresa tarda a riflettersi sul mercato del lavoro i dati non sono sorprendenti, pur se negativi. La loro stabilità ci lascia sperare»
ROMA - Disoccupazione ancora ai massimi livelli ad ottobre. Secondo le stime provvisorie diffuse dall'Istat, lo scorso mese il tasso di disoccupazione è restato stabile al 12,5 per cento, lo stesso valore registrato a settembre quando aveva toccato il valore più alto dal primo trimestre del 1977. Il tasso è al suo massimo storico anche tra i 15-24enni, con un valore pari al 41,2 per cento.
TASSI DISOCCUPAZIONE IN CRESCITA - Il tasso di disoccupazione nel terzo trimestre del 2013 ha raggiunto la soglia record dell'11,3 per cento ed è cresciuto di 1,5 punti percentuali su base annua: per gli uomini l'indicatore passa dall'8,8 per cento all'attuale 10,7 per cento; per le donne dall'11 per cento al 12,1 per cento. Sono cresciuti anche i divari territoriali con l'indicatore nel Nord al 7,6 per cento (+0,7 punti percentuali), nel centro al 10,2 per cento (+1,4 punti) e nel Mezzogiorno al 18,5 per cento (+3 punti). Il tasso di disoccupazione giovanile è aumentato di 0,7 punti percentuali rispetto a settembre e di 4,8 punti nei dodici mesi. Nel terzo trimestre del 2013 invece il tasso ha raggiunto la soglia record dell'11,3 per cento: è il dato più alto dal terzo trimestre del 1977, anno d'inizio delle serie storiche trimestrali.
QUASI 3 MILIONI DISOCCUPATI - Il numero dei disoccupati ha raggiunto la quota, massimo storico dal '77, di 2 milioni 844mila persone nel terzo trimestre del 2013. Su base tendenziale è aumentato del 14,6 per cento, ossia di 363mila unità. La crescita riguarda in modo maggiore gli uomini e si presenta in modo diffuso su tutto il territorio con un picco al Sud (+196 mila unità).
METÀ DEI DISOCCUPATI +35 ANNI - Nel 54 per cento dei casi l'aumento della disoccupazione riguarda gli individui con almeno 35 anni (198mila unità in più in confronto al terzo trimestre 2012). Secondo i dati Istat, nel terzo trimestre del 2013, per la classe d'età 18-29 anni il tasso di disoccupazione si è attestato al 28 per cento (+5,2 punti su base annua), con un numero di disoccupati che giunge a 1 milione 68mila (+17,2%, pari a 157mila unità). In questa classe d'età i disoccupati rappresentano il 14 per cento della popolazione (7 milioni 621 mila). Sale al 37,3 per cento la disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni nel terzo trimestre del 2013 (era al 32,1% nel terzo trimestre del 2012).
Nelle regioni del Sud quasi la metà della forza lavoro giovanile (occupati e disoccupati) è in cerca di lavoro, con valori del tasso pari al 47,3 per cento per i maschi tra i 15 e i 24 anni e al 51 per cento per le giovani donne.
CRESCE DISOCCUPAZIONE LUNGA DURATA - E' in aumento anche la disoccupazione di lunga durata. Nel terzo trimestre del 2013 più di un disoccupato su due è alla ricerca di un lavoro da un anno o più: l'incidenza della disoccupazione di lunga durata è salita dal 53,5 per cento del terzo trimestre 2012 all'attuale 56,9 per cento.
GIOVANNINI, NUMERI COERENTI - «La stabilità della disoccupazione e dell'occupazione è coerente con il quadro economico in cui ci sono segnali di risveglio che stanno avvenendo adesso», ha detto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini.
SENZA DI NOI DATI PEGGIORI - «E' evidente - ha proseguito - che la disoccupazione resta molto elevata e che quella giovanile aumenta leggermente. I dati sarebbero però stati peggiori senza gli interventi messi in campo dal governo che hanno prodotto 15mila nuovi posti di lavoro per i giovani e 12mila per le donne».
EFFETTI SI VEDRANNO - Il ministro ha concluso: «La ripresa tarda a riflettersi sul mercato del lavoro i dati non sono sorprendenti, pur se negativi. La loro stabilità ci lascia sperare che nei prossimi mesi anche l'occupazione possa aumentare. L'importante è far ripartire l'occupazione e riattivare il mercato del lavoro. Le azioni di questi mesi stanno cominciando ad avere effetti, anche se non si vedono nei dati aggregati».
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