25 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Le previsioni dell'ISTAT

Il Pil scenderà al -1,8% nel 2013 per salire al +0,7% nel 2014

L'Istituto di statistica ha stimato una lieve ripresa dei consumi per il prossimo anno (+0,2%) e la fine del crollo degli investimenti (-15% in 3 anni) che raggiungeranno il +2,2%. La disoccupazione si attesterà al 12,4%

ROMA - L'Istat ha previsto che il Pil italiano scenderà al -1,8 per cento nel 2013, per tornare a crescere dello 0,7 per cento nel 2014.
Lo scenario di previsione, ha spiegato l'istituto di statistica, è legato a «ipotesi specifiche sull'evoluzione del quadro internazionale, delle condizioni di liquidità e di incertezza economica e politica». In caso di minore crescita mondiale il Pil nel 2014 «registrerebbe un incremento più contenuto», hanno continuato dall'Istat. Viceversa un miglioramento delle condizioni di liquidità e una riduzione dell'incertezza «stimolerebbero un ulteriore incremento degli investimenti e una crescita del Pil più sostenuta», hanno concluso sul punto gli economisti.

CONSUMI A +0,2% NEL 2014 - Quest'anno la spesa delle famiglie segnerà una contrazione del 2,4 per cento. Nonostante il permanere delle difficoltà sul mercato del lavoro e la debolezza dei redditi nominali, nel 2014 la spesa dei consumatori tornerà a crescere moderatamente (+0,2%), secondo le Prospettive per l'economia italiana nel 2013-2014 dell'istituto di statistica.
Per l'Istat proseguirà l'aggiustamento dei piani di spesa delle famiglie, che, tuttavia, «beneficerebbero di un moderato recupero del potere di acquisto, dovuto a un aumento del reddito disponibile associato a un incremento contenuto dei prezzi al consumo». Il miglioramento del reddito disponibile contribuirà anche alla «prosecuzione del recupero del tasso di risparmio in atto dalla seconda metà del 2012».

DISOCCUPAZIONE A 12,4% IN 2014 - Il tasso di disoccupazione, in crescita sostenuta nella prima parte dell'anno, raggiungerà quota 12,1 per cento nel 2013. Nel 2014, pur stabilizzandosi, il tasso continuerà ad aumentare (+12,4%) «a causa del ritardo con il quale il mercato del lavoro segue le evoluzioni dell'economia», hanno scritto dall'Istat.
Nei mesi estivi la caduta dell'occupazione che ha caratterizzato la prima parte dell'anno si è arrestata, ma la situazione del mercato del lavoro «permane fortemente deteriorata», ha osservato l'Istat. Il calo misurato in termini di input di lavoro, proseguirebbe per tutto il 2013 (-1,6%), mentre per il 2014 è previsto un lento e graduale miglioramento (+0,1%) che seguirebbe la ripresa dell'attività economica. Date le condizioni di debolezza del mercato del lavoro, le retribuzioni per dipendente continuerebbero a mostrare una dinamica moderata (+1,4%, sia nel 2013 sia nel 2014) dovuta al «blocco retributivo nel settore pubblico e alla sostanziale equiparazione tra l'andamento delle retribuzioni di fatto e quelle contrattuali». Come risultato di questi andamenti la produttività del lavoro si stabilizzerebbe nel 2013 per tornare a crescere lievemente nel 2014, mentre il costo del lavoro per unità di prodotto è previsto in rallentamento in entrambi gli anni.

IN 2014 RIPRESA DI INVESTIMENTI +2,2% - Dopo il crollo superiore al 15 per cento registrato nel triennio 2011-2013 gli investimenti torneranno a crescere nel 2014, ha previsto l'Istat: «Prospettive di una leggera ripresa del ciclo produttivo determinerebbero un recupero dei tassi di accumulazione che tornerebbero su valori positivi (+2,2%)». Gli investimenti privati risentirebbero dell'allentamento delle condizioni del credito determinate anche dal «pagamento dei debiti commerciali accumulati dalle amministrazioni pubbliche nei confronti delle imprese». Gli investimenti in macchine e attrezzature dovrebbero costituire la componente più dinamica mentre il ciclo degli investimenti in costruzioni risulterebbe in lieve ripresa.

CRESCERA' EXPORT - Export in crescita nel 2014 anche per l'atteso indebolimento dell'euro nei confronti del dollaro. Il miglioramento previsto per i trimestri finali dell'anno in corso «si rifletterebbe in un ritorno alla crescita delle esportazioni nel corso del 2014», ha osservato l'Istat. Accanto al sensibile contenimento dei prezzi all'esportazione attuato da parte delle imprese, «la competitività di prezzo delle esportazioni italiane beneficerebbe sia dell'atteso indebolimento del cambio dell'euro verso il dollaro, sia degli effetti delle misure di politica economica volte al contenimento dell'incidenza degli oneri sociali sul costo del lavoro». Anche la geografia degli scambi dovrebbe operare in senso favorevole all'export del nostro Paese, che «crescerebbe sostanzialmente in linea con la domanda estera di prodotti nazionali».
Nell'anno in corso, la riduzione delle importazioni complessive (-3,4%) rifletterebbe il marcato deterioramento delle componenti interne di domanda e la debolezza delle esportazioni (+0,3%). Gli acquisti dall'estero tornerebbero a crescere nel 2014 (+3,5%), attivati dalla ripresa delle esportazioni e dal miglioramento delle condizioni interne di domanda. Alla luce di tali andamenti, e di un'evoluzione favorevole delle ragioni di scambio, si consoliderebbe il surplus della bilancia dei beni e servizi, previsto attestarsi al 2,9 per cento del Pil nel 2014.