19 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Trasporto aereo

Colaninno lascia: «Non sono più disponibile a incarichi di vertice in Alitalia»

Il vettore aereo italiano ha presentato il bilancio trimestrale, l'utile netto è passato dai 27 milioni dell'anno scorso ai 7 attuali. Il presidente della compagnia: «Mi sono impegnato al massimo nel salvataggo rimarrò un importante azionista»

ROMA - Alitalia ha presentato i conti del terzo trimestre 2013: l'utile netto è stato di 7 milioni di euro, in deciso calo rispetto ai 27 milioni di euro dello stesso periodo del 2012. Il presidente Roberto Colaninno ha annunciato le dimissioni: «Mi sono impegnato nel salvataggio di Alitalia come imprenditore, non sarò disponibile ad assumere nuovamente incarichi di vertice nella società».

EBIT, +36 MLN IN TRIMESTRE, -162 in ANNO - Il risultato operativo (Ebit) nel trimestre è stato pari a +36 milioni rispetto ai +50 milioni dello stesso trimestre dello scorso anno. L'Ebit dei 9 mesi però è stato pari a -162 milioni, rispetto ai -119 milioni dello stesso periodo dello scorso anno.

RICAVI GIU' DEL 6% - I ricavi totali gestionali del periodo ammontano a un miliardo e 60 milioni di euro, in diminuzione del 6 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il calo del risultato netto, ha spiegato l'azienda «è stato determinato dalla diminuzione dei proventi da traffico passeggeri».

CROLLA MERCATO INTERNO, CRESCE ESTERO - I ricavi da traffico passeggeri nei 9 mesi del 2013 sono stati in lieve flessione (-1,6%) rispetto allo stesso periodo del 2012, con una importante variazione della composizione geografica dei ricavi: se sul mercato domestico, a seguito dello scenario economico nazionale fortemente recessivo, Alitalia ha registrato una diminuzione del propri ricavi del -11,1 per cento, nel segmento internazionale i ricavi sono aumentati del +3,4 per cento e in quello intercontinentale del 3,9 per cento. Il tasso di riempimento degli aerei (load factor) è migliorato, salendo al 79 per cento.

LE ADESIONI DEI SOCI - Il cda di Alitalia ha espresso apprezzamento per l'interessamento all'aumento di capitale da 500 milioni. Ad oggi le adesioni sono quelle dei soci Intesa Sanpaolo (circa 26 milioni di euro), Atlantia (circa 26 milioni di euro) e Immsi (circa 13 milioni di euro). Ulteriori 65 milioni di euro sono stati già versati da Intesa Sanpaolo e Unicredit a valere sul loro impegno di 100 milioni di euro. Il cda ha, inoltre, «preso atto dell'interesse espresso da Poste Italiane , tradottosi nell'impegno, subordinato all'approvazione dei propri organi deliberanti, alla sottoscrizione di 75 milioni di euro a copertura dell'eventuale inoptato. I soci che non hanno ancora sottoscritto stanno valutando con attenzione e disponibilità la propria adesione all'aumento di capitale».

COLANINNO LASCIA - Al termine dell'operazione di aumento di capitale, il presidente di Alitalia, Roberto Colaninno, ha chiarito di non voler più assumere incarichi di vertice nella compagnia: «Dopo aver sostenuto la ricapitalizzazione di Alitalia annuncio sin da ora che, al termine delle operazioni ad essa relative, quando le mie dimissioni verranno formalizzate insieme a quelle di tutto il cda, non sarò disponibile ad assumere nuovamente incarichi di vertice nella società».

RIMANGO AZIONISTA - Colaninno ha continuato: «Mi sono impegnato nel salvataggio di Alitalia come imprenditore, dedicando il massimo impegno personale e l'impegno di capitale attraverso il gruppo Immsi di cui detengo la maggioranza. Con l'investimento realizzato rimarrò un importante azionista di Alitalia certo di contribuire, nella carica di consigliere di amministrazione, al consolidamento futuro del rilancio della società».

SICURO IN MIO CONTRIBUTO A SALVATAGGIO - L'imprenditore ha sottolineato: «Sono sicuro di aver contribuito, in coerenza con la passione imprenditoriale e con l'etica che mi hanno sempre accompagnato nei miei numerosi anni di lavoro, e al massimo delle mie possibilità fisiche ed economiche, a questo grande processo di salvataggio di una grande impresa italiana. Desidero ritornare a concentrarmi sulle attività industriali del Gruppo Immsi ritenendo, anche alla luce dei profondi cambiamenti globali in corso, di aver portato a termine l'impegno profuso in questi anni in Alitalia nel ruolo di presidente».

RISULTATI POSITIVI IN 2014 - Il presidente dimissionario ha concluso: «L'impegno profuso in Alitalia in questi anni ha contribuito al cambiamento industriale e strategico della compagnia e ha consentito di sviluppare rapporti positivi con Air France, uno dei più grandi gruppi mondiali nel settore dell'aviazione civile. Questi anni hanno visto Alitalia misurarsi con la più grande crisi economico/finanziaria mai verificatasi prima, la compagnia raggiungerà nel 2014, in linea con il piano, quella maturazione della gestione che mi rende confidente nel conseguimento di risultati positivi grazie all'opera di riorganizzazione iniziata nel 2009. Alitalia ha visto in questi anni l'avvicendarsi di tre amministratori delegati e ha dovuto anche affrontare fortissimi momenti di pressione competitiva in un mercato nazionale e internazionale deregolamentato, difficilmente immaginabili per qualsiasi altro settore industriale».