Fassina: «Abolire la seconda rata dell'IMU vuol dire aumentare altre imposte»
Il viceministro all'economia: «Per quanto sia sfasciato il nostro catasto, l'aumento dell'Iva ha un impatto certamente più regressivo sul piano sociale che reintrodurre l'Imu sul 10% delle case»
ROMA - Il vice ministro dell'Economia, Stefano Fassina, in un'intervista a Repubblica è tornato a proporre la reintroduzione dell'Imu: «Per quanto sia sfasciato il nostro catasto, l'aumento dell'Iva ha un impatto certamente più regressivo sul piano sociale che l'ipotesi di reintrodurre l'Imu sul 10 per cento delle abitazioni di maggior rendita catastale».
SI TOGLIE DA UNA TASSA SI AUMENTANO ALTRE - Ora, ha spiegato Fassina, «dobbiamo stare attenti per evitare che il Popolo della libertà (Pdl) faccia il gioco delle tre carte. Che per eliminare una tassa se ne introduca un'altra che abbia una impatto peggiore sull'economia reale. Perché, nelle attuali condizioni di finanza pubblica, l'abolizione della seconda rata dell'Imu vuol dire aumentare altre imposte».
PD PONE PROBLEMA DI EQUITÀ - «Il Partito democratico (Pd) - ha detto il viceministro - ha posto un problema di equità nella politica economica del governo. Purtroppo questo è un governo di coalizione, e il Pd è alleato con un partito, il Pdl, che non ha alcuna attenzione sull'equità. Ritengo che il problema posto dal Pd debba essere tenuto in grande attenzione quando affronteremo il tema della seconda rata dell'Imu e gli interventi da inserire nella legge di stabilità».
IN LEGGE STABILITÀ TAGLIO IRPEF - Quanto all'ipotesi di riportare l'aliquota Iva al 21 per cento, Fassina ha sottolineato che «la riduzione dell'aliquota Iva è alternativa al taglio del cuneo fiscale», che sarà il cuore della legge di stabilità. Il viceministro ha ribadito che l'intervento sul cuneo fiscale «dovrà concentrarsi sull'incremento del reddito disponibile delle famiglie perché, oggi, la leva necessaria per la ripresa passa dalla domanda interna. il taglio va destinato prevalentemente all'Irpef dei lavoratori».
NON SI TAGLINO SERVIZI A BISOGNOSI - Infine, Fassina ha avvertito: «Bisogna stare molto attenti perché la riduzione del cuneo non abbia effetti pesanti su alcuni servizi destinati alle famiglie in maggiore difficoltà». Il rischio è che «per ridurre l'imposizione sul lavoro si aumentino i ticket sanitari. Sarebbe un'ipotesi inaccettabile».
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