19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
I dati della CGIA di Mestre

«Nel 2013 pagheremo il 120% di tasse in più rispetto al 1980»

L'Associazione artigiani piccole imprese di Mestre: «Quest'anno la pressione fiscale raggiungerà il 44,2 per cento del Pil. Ciascun italiano verserà un carico di imposte pari a 11mila 629 euro, 33 anni fa erano 5mila 272»

MESTRE - Nel 2013 gli italiani pagheranno il 120 per cento di tasse in più, rispetto al 1980. Lo ha calcolato l'Associazione artigiani piccole imprese di Mestre (Cgia). La Cgia ha spiegato che quest'anno la pressione fiscale raggiungerà il 44,2 per cento del Pil. «Un record mai toccato in passato, ben 12,8 punti percentuali in più rispetto al 1980».

IL 120% IN PIÙ RISPETTO AL 1980 - In termini assoluti, hanno detto da Cgia, «ciascun italiano (bambini e ultracentenari compresi) verserà quest'anno un carico di imposte, tasse e contributi pari a 11mila 629 euro: ben il 120 per cento in più di quanto abbiamo pagato nel 1980 (5.272 euro pro capite)».

A tali conclusioni la Cgia è giunta «considerando che il gettito fiscale e contributivo del 1980 era pari a 63,8 miliardi di euro, mentre alla fine del 2013, secondo le nostre stime, finiranno nelle casse dello Stato ben 694 miliardi di euro».

STIMA OTTIMISTA - Il dato relativo alla pressione fiscale riferito al 2013, ha fatto notare la Cgia, è leggermente inferiore al dato previsto nell'aprile scorso dal Documento di economia e finanza (44,4%).
«Ciò è riconducibile al fatto che le stime della Cgia hanno tenuto conto delle disposizioni fiscali introdotte successivamente («Proroga agevolazioni fiscali Irpef ristrutturazione edilizia e risparmio energetico», «decreto del fare», «differimento aumento Iva» e «abrogazione prima rata Imu»). Inoltre, si è tenuto conto dell'impegno del governo Letta di eliminare, per l'anno in corso, la seconda rata dell'Imu sull'abitazione principale, nonché del peggioramento della situazione economica destinato a produrre effetti depressivi sul Pil».

LAVORATO PER STATO FINO A GIUGNO - Per il segretario Cgia Giuseppe Bortolussi: «Non bisogna poi dimenticare che per i contribuenti onesti la pressione fiscale reale, ovvero al netto dell'economia sommersa, si attesta ormai al 53,6 per cento. Inoltre, possiamo tranquillamente affermare che nel 2013 gli italiani hanno lavorato per il fisco sino alla metà di giugno: una cosa insopportabile».

Il peso del fisco può essere ridotto strutturalmente, ha ricordato Bortolussi: «Contraendo in maniera strutturale la spesa pubblica improduttiva possiamo ridurre anche le tasse. Per far questo è necessario riprendere in mano il federalismo fiscale che, a mio avviso, è l'unica strada percorribile per raggiungere questo obbiettivo. Infatti, le esperienze europee ci dicono che gli stati federali hanno un livello di tassazione ed una spesa pubblica minore, una macchina statale più snella ed efficiente ed un livello dei servizi offerti di alta qualità».