15 gennaio 2025
Aggiornato 16:00
Giustizia | Incidente ThyssenKrupp

Appello Thyssen, Giudici in appello riducono la pena

La corte presieduta da Giangiacomo Sandrelli affiancato dal giudice a latere Paola Perrone ha deciso di tener conto delle attenuanti generiche e condannare Harald Espenhahn a 10 anni. Familiari vittime chiedono incontro a Napolitano

TORINO - Al processo di appello della Thyssenkrupp è il giorno del verdetto. La corte presieduta da Giangiacomo Sandrelli affiancato dal giudice a latere Paola Perrone ha deciso di tener conto delle attenuanti generiche e condannare Harald Espenhahn a 10 anni. In primo grado era stato condannato a 16 anni e mezzo per omicidio volontario con dolo eventuale. Sconto di pena per gli altri cinque dirigenti che in primo grado erano stati condannati per omicidio colposo con pene tra i 10 e i 13 anni. I dirigenti Gerald Periegnitz e Marco Pucci hanno avuto la pena ridotta a 7 anni mentre Daniele Moroni a 9 anni.

In aula si è scatenata la bagarre, le madri e i parenti dei sette operai si sono lasciati andare a pianti e urla. Dall'aula si sono alzate urla «vergogna, maledetti questa la giustizia dei padroni». Ora i parenti non intendono lasciare l'aula per protesta.

Per i giudici di appello in pratica nella condotta dell'amministratore delegato della Thyssenkrupp Italia non ci fu dolo.

Il pm Raffaele Guariniello che ha condotto l'accusa tuttavia ha affermato: «È un grandissimo risultato comunque, perché siamo riusciti ad ottenere la più grande condanna mai inflitta, cioè dieci anni, per un infortunio sul lavoro. E questo è un grande messaggio». Guariniello ha anche annunciato che «per il dolo eventuale faremo ricorso in Cassazione perché la questione del dolo eventuale ha un suo rilievo anche per la giurisprudenza».

I familiari delle vittime chiedono incontro a Napolitano - «Vogliamo parlare con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ci aveva promesso che avrebbe seguito con attenzione il processo». E' la richiesta avanzata dai familiari dei sette operai morti nel rogo dello stabilimento Thyssenkrupp di Torino familiari, che alle 18.00, assieme ad Antonio Boccuzzi, unico operaio sopravvissuto alla tragedia e parlamentare del Pd,sono stati ricevuto in prefettura a Torino dal Capo di gabinetto.

Il capo dello Stato aveva già ricevuto nell'aprile 2009 i familiari delle vittime proprio in Prefettura a Torino.

Domani verrà consegnata una lettera al prefetto «perché si faccia portavoce della richiesta dei familiari delle vittime di incontrare il presidente della Repubblica. Il capo dello Stato ha sempre dimostrato grande sensibilità nei confronti di questa vicenda» ha detto Boccuzzi.

La sorella di Rosario Rodinò, una delle vittime, ha anche detto di voler incontrare il ministro della Giustizia «perché voglio sapere se le leggi sono state applicate correttamente».
«Non avrò vita - ha concluso Laura Rodinò - fino a quando i responsabili non andranno in galera».