28 agosto 2025
Aggiornato 02:00
Lettera aperta a studenti e professori

Scuola: Profumo, il Governo condivide l'impianto del «ddl Aprea»

Il Ministro dell'Istruzione: «Tutti i partiti recepiscano le opportune proposte di modifica». Duro Bersani: «Impensabile dare uno schiaffo ogni sei mesi. Non si può ragionare solo in termini di risorse»

ROMA - La proposta del 'ddl Aprea', il disegno di legge 953, «è stata formulata e discussa in piena autonomia dal Parlamento, con la partecipazione di tutte le forze politiche: dunque non c'è alcuna diretta responsabilità del Governo, né mia personale, nelle proposte ivi contenute. Peraltro, in alcun modo ho partecipato alla stesura del testo o ne ho mai condiviso l'impianto». Lo precisa il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo in una 'lettera aperta' a studenti e professori.

«Auspico invece - prosegue il Ministro - che tutte le forze politiche sappiano ascoltare il dissenso di vaste parti del mondo della scuola e intendano recepire le opportune proposte di modifica durante la discussione attualmente avviata al Senato».
«Il Governo - sulla vicenda dell'orario dei docenti - ha dimostrato, in occasione della discussione della legge di stabilità, di saper cambiare idea dopo aver ascoltato e tastato il polso della scuola italiana. E' per questo che ho ritenuto di dare parere favorevole, già nella competente commissione parlamentare due settimane fa, all'emendamento soppressivo della proposta di innalzamento dell'orario settimanale dei docenti. Ho sempre pensato infatti - conclude Profumo - che le capacità di governare siano sinonimi di flessibilità, pragmatismo e capacità di ascolto. Ribadisco questa mia personale convinzione anche ora, nella mia responsabilità di ministro».

Bersani: Non si può ragionare solo in termini di risorse - «Non è pensabile che ogni sei mesi si dia uno schiaffo alla scuola, non si può ragionare solo in termini di risorse». Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, oggi a Belluno per un incontro elettorale.
«Non soltanto - ha proseguito - perchè della scuola avremo bisogno domani per ottenere maggiore competitività, ma per un aspetto più grave. Oggi - ha spiegato - tutti, bambini compresi, siamo subissati di informazione, ma informazione non è conoscenza. Gli scaffali dove posare l'informazione e farla diventare conoscenza li possono costruire solo gli insegnanti».
«Bisogna fare un discorso di impianto sulla scuola, sull'università e sulla ricerca, quasi costituente. Non possiamo - ha concluso Bersani - ogni sei mesi dare instabilità al sistema».