28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
CIA: Su vitivinicoltura nazionale incide solo per lo 0,2%

Via libera a 4 milioni di bottiglie di vino Novello

Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che la qualità si prevede buona, ma la produzione risulta in calo del 30 per cento quest'anno in cui il «deblocage» è stato anticipato rispetto al passato secondo quanto disposto dal decreto del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali 13 agosto 2012

ROMA - Via libera alla vendita delle circa 4 milioni di bottiglie di vino novello Made in Italy prodotte nel 2012 che potranno essere stappate a partire da oggi 30 ottobre secondo un calendario fissato per decreto. Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che la qualità si prevede buona, ma la produzione risulta in calo del 30 per cento quest'anno in cui il «deblocage» è stato anticipato rispetto al passato secondo quanto disposto dal decreto del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali 13 agosto 2012.
La commercializzazione del novello in Italia - sottolinea la Coldiretti - è anticipata quest'anno di ben sedici giorni rispetto al concorrente Beaujolais nouveau francese che si potrà assaggiare solo a partire dal terzo giovedì di novembre e cioè solo dal 15 di novembre.

Stabili i prezzi di vendita - Il forte calo della vendemmia in Italia con una produzione complessiva di vino al di sotto dei 40 milioni di ettolitri ha indotto - osserva la Coldiretti - i produttori nazionali a riservare al novello un quantitativo minore di bottiglie rispetto al solito. Inoltre - continua la Coldiretti - il vino da bere giovane, anche se apprezzato come prima produzione enologica dell'anno, ha un po' perso lo smalto di qualche anno fa anche per la limitata conservabilità che ne consiglia il consumo nell'arco dei prossimi 6 mesi.
I prezzi di vendita sono stabili - sottolinea la Coldiretti - con una media di 5 euro a bottiglia. Il fatturato del vino novello è di circa 20 milioni di euro e sono oltre duecento i produttori con oltre un terzo del totale delle bottiglie che esce dalle cantine del Veneto che insieme al Trentino copre quasi la metà della produzione nazionale, mentre a seguire si posizionano la Toscana, la Sardegna, l'Emilia Romagna e la Puglia. La produzione italiana - precisa la Coldiretti - è caratterizzata soprattutto da novelli monovitigno con l'utilizzazione di un'ampia gamma di vitigni autoctoni (Teroldego, Ciliegiolo, Nero d'Avola, ecc.) anche se quelli più utilizzati sono nell'ordine Merlot, Sangiovese, Cabernet Montepulciano e Barbera.

Su vitivinicoltura nazionale incide solo per lo 0,2 per cento - E' in vendita da domani il vino novello, ma la moda di bere il vino 'appena fatto' continua a perdere fascino e appassionati e, in dieci anni, il novello ha visto diminuire dell'80% le bottiglie in vendita sugli scaffali, pari a 14 milioni di bottiglie in meno, passando dal picco storico di 18 milioni raggiunto nel 2002 fino ad arrivare a 4 milioni scarsi del 2012. I dati sono forniti dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, che precisa che l'ennesimo calo di quest'anno non avrà comunque effetti pesanti sul «pianeta vino» e sui vitivinicoltori, visti i bassi volumi di questo prodotto che oggi incide con lo 0,2% sulla produzione enologica nazionale.
Partito come fenomeno di nicchia, negli anni Novanta il vino novello ha conquistato i palati italiani, diventando il simbolo dell'autunno assieme alle castagne. Ma si è trattato di un trend passeggero e oggi il suo successo si sta lentamente esaurendo. E' per questo che le circa 300 aziende del Paese che producono «novello» spesso preferiscono limitare la quantità di uve destinate a questa produzione, per concentrarsi piuttosto su altre varietà più richieste. Anche perché, nonostante il calo produttivo, il prezzo a bottiglia resta fermo a una media di 5 euro a bottiglia fino a un massimo di 10 euro. Il giro d'affari dovrebbe aggirarsi quest'anno tra i 20 e i 25 milioni di euro, una cifra minima - conclude la Cia - se confrontata al fatturato complessivo del vino «made in Italy», che nel 2011 ha superato i 10 miliardi di euro con esportazioni pari a 4 miliardi.