28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Intervista alla «Stampa» per il Presidente dell'ISTAT

Giovannini: Abbiamo «bucato» la rivoluzione informatica

Il Presidente dell'ISTAT: «Gli ultimi dieci anni sono stati decisamente buttati via, ma anche il decennio precedente, gli Anni '90, compreso il passaggio all'euro e quello che ha significato per le imprese il calo del costo del denaro, non si può dire che sia stato sfruttato al meglio»

MILANO - «Gli ultimi dieci anni sono stati decisamente buttati via, ma anche il decennio precedente, gli Anni '90, compreso il passaggio all'euro e quello che ha significato per le imprese il calo del costo del denaro, non si può dire che sia stato sfruttato al meglio». E' quanto afferma, intervistato da La Stampa il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini.

«BUCATO» LA RIVOLUZIONE INFORMATICA - «Negli ultimi dieci anni - ha spiegato - anche in termini di produttività, siamo cresciuti molto meno della media europea. L'occupazione invece è cresciuta molto di più e questo è un dato da tenere ben presente perché significa che l'allargamento della torta è più il risultato dei nuovi occupati che di effettivi miglioramenti dell'efficienza».
«Negli anni 2000 - ha messo in evidenza - abbiamo perso un'occasione per cambiare a fondo i nostri processi produttivi: come dice qualcuno abbiamo 'bucato' la rivoluzione informatica. Abbiamo insomma sostituito le macchine da riscrivere coi pc, ma poi abbiamo continuato a produrre e lavorare come prima. Il problema si concentra in particolare in alcuni settori come il terziario (con costruzioni, attività immobiliari e attività professionali che hanno perso produttività) e poi nel manifatturiero, in particolare nelle imprese piccolissime ed in quelle grandi. Solo il settore delle comunicazioni e le banche, col processo di riorganizzazione che c'è stato, hanno sfruttato questa occasione. Addirittura anche la pubblica amministrazione è riuscita a fare passi avanti».

EVASIONE E SOMMERSO - Tra gli aspetti di mancati progressi, Giovannini cita anche quello «legato all'evasione ed al sommerso. Perché è chiaro che se un imprenditore ha i margini per evadere può essere relativamente soddisfatto della sua attività e non cerca margini di miglioramento, galleggia e non cerca una maggiore produttività. Però attenzione che se per magia si potesse far sparire di colpo l'evasione, in un primo momento dovremmo scontare chiusure e forti perdite di posti di lavoro e solo una seconda fase ci sarebbe un recupero per effetto degli spazi di mercati rimasti liberi».

MORELLI: RIDURRE LA PRESSIONE FISCALE - «Mi aspetto che si affronti seriamente il tema di come migliorare la produttività e fare in modo che le imprese riescano ad affrontare quest'anno che sicuramente sarà ricordato tra quelli più difficili anche per i lavoratori». E' quanto afferma Jacopo Morelli, presidente dei giovani di Confindustria, intervistato da 'La Stampa', in vista dell'incontro con il governo di mercoledì.
«La pressione fiscale - nota - è senza paragoni. Il nostro tax rate rispetto alla Germania è di 20 punti percentuali in più. Questo esecutivo è composto da persone da persone preparate e disponibili all'ascolto. Il mio invito è avere ulteriore coraggio, anche nel fare tagli dal punto di vista fiscale per ridare potere d'acquisto alle famiglie».