31 luglio 2025
Aggiornato 11:30
Mancati controlli Iran e riciclaggio

HSBC, le scuse al Senato americano

I dirigenti di Hsbc si sono scusati ieri con una sottocommissione permanente del Senato americano per i mancati controlli sulle transazioni finanziarie delle loro filiali americane. La Banca britannica sotto inchiesta per aver riciclato denaro del narcotraffico

NEW YORK - I dirigenti di Hsbc si sono scusati ieri con una sottocommissione permanente del Senato americano per i mancati controlli sulle transazioni finanziarie delle loro filiali americane. Secondo un rapporto della commissione pubblicato lunedì, la banca britannica avrebbe infatti riciclato denaro dei narcotrafficanti messicani sui propri conti americani, effettuato transazioni con l'Iran durante l'embargo imposto dal governo americano e ignorato i legami terroristici con al Qaida di alcuni suoi clienti, a cominciare dalla banca saudita Al Rajhi di Riyad.

«Sono profondamente dispiaciuto per non aver agito prima e più decisamente», ha dichiarato Thomas Curry, a capo dell'ufficio del Comptroller of the Currency, agenzia del dipartimento al Tesoro americano che regola e supervisiona tutte le banche nazionali e le filiali delle banche estere negli Stati Uniti. Promettendo controlli «più aggressivi», Curry ha affermato che la sua agenzia è parzialmente responsabile per aver permesso questo comportamento a Hsbc, che ha dato accesso al sistema finanziario americano a terroristi, cartelli messicani e criminali.

La banca avrebbe ignorato gli avvertimenti degli organi di sorveglianza e le proteste dei dipendenti delle sussidiarie Hsus negli Stati Uniti e Hsmx in Messico, che si erano detti preoccupati per i «rischi associati a operazioni sospette». Secondo il rapporto, fra il 2007 e il 2008, la messicana Hsmx avrebbe inviato 7 miliardi di dollari in contanti sui conti delle filiali negli Stati Uniti. La banca avrebbe anche aiutato l'Iran a evadere le sanzioni del governo americano.

Hsbc avrebbe anche aperto circa 2.000 conti a nome di società inesistenti su cui sono stati versati soldi di evasori fiscali, in modo da nascondere i nomi dei veri proprietari. In seguito al rapporto si è dimesso David Bagley, da vent'anni dirigente della banca britannica, che è stata messa sotto indagine dal ministero di Giustizia.