19 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Made in Italy

Grana Padano oltre la crisi, nel 2011 record di produzione +6%

L'export 2011 - si legge in una nota del consorzio - cresce precisamente del 5,3% arrivando a circa 1.400.000 forme. Sul mercato estero, la Germania risulta essere il maggior importatore di Grana Padano (+ 8,2% rispetto al 2010)

ROMA - C'è un «made in Italy» che, nonostante il periodo di crisi generalizzata, riscuote successi a livello nazionale e internazionale. E' quello del Grana Padano, il prodotto DOP più consumato del mondo. A ricordarlo, tracciando un bilancio di fine anno, è il presidente del Consorzio di Tutela, Nicola Cesare Baldrigi. «Il 2011 si concluderà addirittura meglio del 2010. Abbiamo raggiunto il record storico di oltre 4.600.000 forme prodotte, con un incremento di circa il 6% rispetto all'anno precedente, che si aggiunge all'ottimo andamento delle esportazioni, aumentate ancora di oltre il 5%. Un giusto riconoscimento alla qualità del nostro prodotto e alla serietà dei nostri produttori».

L'export 2011 - si legge in una nota del consorzio - cresce precisamente del 5,3% arrivando a circa 1.400.000 forme. Sul mercato estero, la Germania risulta essere il maggior importatore di Grana Padano (+ 8,2% rispetto al 2010). Da segnalare le ottime performance della Russia (Fed) che fa registrare un + 31,5% e il Canada con + 22%. In base ai dati dei primi dieci mesi dell'anno, le maggiori province produttrici nell'anno 2011 si confermano: Mantova, che con 29 caseifici ha prodotto 1.061.834 forme (più del 27% sul totale); Brescia, con oltre 826 mila forme (oltre il 21% sul totale) lavorate nei suoi 29 caseifici, e Cremona che con 9 caseifici ha messo a stagionare 604.682 forme (circa il 16% sul totale).

«Insieme ai nostri produttori - aggiunge Baldrighi - abbiamo deliberato per il 2012 un piano d'investimenti in comunicazione e promozione di 25 milioni di euro per diffondere sempre più la qualità del Grana Padano DOP e l'eccellenza del Made in Italy». «La promozione e la comunicazione- conclude il presidente del Consorzio Grana Padano - rappresentano per noi un motore molto importante: bisogna 'fare bene' e 'farlo sapere'. Soprattutto per tutelare i consumatori e il mercato dall'attacco dei similari, tipo quelli prodotti nei Paesi dell'Est, che non dichiarano in etichetta da dove provengono e che usando nomi italiani con a fianco il termine 'Gran', confondono i consumatori stessi».