16 aprile 2024
Aggiornato 06:00
CIA: La spesa solo -1% su 2010

A Natale la crisi non vince a tavola

Gli Italiani risparmiano su regali e viaggi, non sull'enogastronomia. Sono le prime stime della Cia-Confederazione italiana agricoltori, in base alle rilevazioni compiute nei giorni scorsi sulle intenzioni d'acquisto degli italiani in vista delle vacanze natalizie

ROMA - Gli italiani a Natale risparmieranno su viaggi e regali, ma non sul cenone della vigilia o, in generale, sul versante dell'enogastronomia per tutte le festività. Nonostante le tredicesime più leggere e i rincari al dettaglio di alcuni prodotti per colpa dei ritocchi sull'Iva e sulle accise dei carburanti, le famiglie non rinunceranno quindi alle tradizioni enogastronomiche e per il carrello alimentare delle festività alle porte manterranno quasi lo stesso budget del 2010. Sono le prime stime della Cia-Confederazione italiana agricoltori, in base alle rilevazioni compiute nei giorni scorsi sulle intenzioni d'acquisto degli italiani in vista delle vacanze natalizie.

Inalterato il budget per i cenoni - Secondo i primi dati a disposizione, quest'anno solo il 19% degli italiani spenderà meno per cibo e bevande, mentre ben l'81% lascerà praticamente inalterato il budget per il cenone della vigilia e per i pranzi di Natale e Santo Stefano. Più in dettaglio, ogni famiglia sborserà in media 140 euro per imbandire le tavole del 24, 25 e 26 dicembre. Con una spesa complessiva stimata in 3,2 miliardi di euro. Vale a dire solo l'1%in meno del 2010. Il tutto, a fronte di spese per i doni natalizi in flessione del 3,5% rispetto all'anno scorso, aggiunge la Cia, mentre quelle per i viaggi diminuiranno fino al 7%.

Gli acquisti «mangerecci», però, saranno comunque più oculati, sottolinea la Cia, con prodotti e specialità enogastronomiche legate al territorio e alle tipicità regionali. Niente spese folli, quindi: salmone, ostriche, caviale e frutta esotica verranno consumate con il contagocce. Mentre ancora una volta lo spumante trionferà sullo champagne, con oltre il 95% dei brindisi rigorosamente «tricolore». In particolare, la spesa alimentare delle feste natalizie sarà così ripartita: carni e salumi (18,5%); pesce (11,8%); pasta e pane (14,2%); formaggi e uova (13,1%); ortaggi, conserve, frutta fresca e secca (15,3%); vini, spumanti e altre bevande (14,7%); pandori, panettoni, torroni e dolci in generale (12,4%).