Edison, il quarto rinvio del riassetto diventa oggetto di trattativa
E' questo l'esito della lunga giornata di confronto, non senza polemiche, con la controparte francese Edf e di riunioni dei soci italiani di Foro Buonaparte. Italiani: «Aspettiamo la Consob». Francesi: «State perdendo tempo»
MILANO - Gli accordi tra i soci italiani e francesi di Edison, in scadenza domani dopo tre rinvii, vanno verso una nuova proroga, ma non si sa di quanto. E' questo l'esito della lunga giornata di confronto, non senza polemiche, con la controparte francese Edf e di riunioni dei soci italiani di Foro Buonaparte, riuniti prima nei Consigli di sorveglianza e gestione della capofila A2A e poi di Delmi, il «contenitore» di tutti i partner nazionali. Anche la durata del quarto slittamento del riassetto Edison diventa dunque oggetto del già complicato quadro.
«C'è una proroga - ha riferito il presidente di Delmi Franco Baiguera - ma non si sa di quanto: entro domani lo decideranno Renato Ravanelli e Thomas Piquemal», il direttore generale di A2A ed il direttore finanziario di Edf titolari della trattativa sul riassetto Edison. «Abbiamo deliberato - ha aggiunto - di proporre ad Edf una proroga di durata congrua per la definizione di un accordo che consenta di evitare altri rinvii».
Con o senza Consob? Aspettando o no che la Commissione si pronunci sull'eventuale opa che Edf potrebbe dover lanciare su Edison? La questione non è da poco. I soci francesi di Foro Buonaparte, che mirano alla maggioranza del secondo gruppo energetico italiano per farne l'hub europeo del gas, hanno chiesto a Consob in via preliminare un esonero dall'offerta pubblica e, nel caso, di corrispondere 'solo' un prezzo in linea con i corsi di borsa di Foro Buonaparte degli ultimi dodici mesi, senza premi. Se così non sarà, Parigi ha già fatto sapere che le linee di intesa già negoziate ad ora, con Edf in posizione di controllo in Edison, le centrali di Edipower «spacchettate» tra francesi e italiani, e la possibilità di un'uscita definitiva dei partner nazionali da Foro Buonaparte, andranno rimesse in discussione.
Sullo sfondo resta possibilità che il Governo giochi un ruolo - La Commissione si pronuncerà da metà dicembre in poi, probabilmente entro l'anno. «Mi auguro - ha detto il presidente del Consiglio di sorveglianza di A2A Graziano Tarantini - che ci sia una data che possa 'catturare' anche la risposta Consob». Il rischio, è infatti che, dopo quattro fumate nere, anzi, «nerissime», ha riassunto il consigliere di A2A Bruno Caparini, si arrivi ad un accordo da smantellare dopo poco tempo.
Edf, hanno fatto invece sapere fonti vicine al colosso energetico francese, ha «fretta perché la situazione economico-finanziaria non consente altri rinvii. Gli italiani - hanno aggiunto non senza polemica - perdono tempo» sulla «valutazione indipendente sull'attribuzione del debito di Edipower. La questione era già definita».
Altro capitolo ancora da chiarire, ha riferito il vice presidente del Cds di A2A Rosario Bifulco, è il mantenimento da parte dei soci nazionali del diritto di veto su eventuali (e costosi) aumenti di capitale di Edison.
Dopo la segnalazione di Acea, sul capitolo Edison è intervenuta anche l'Antitrust, con una lettera , pubblicata sul Bollettino, indirizzata ai presidente delle Camere, al premier, al ministro dell'Economia e a quello dello Sviluppo. L'Authority ribadisce su Edipower, nata dalla privatizzazione di centrali Enel, ora controllata al 50% da Edison, quanto già affermato nel 2006,e torna ad auspicare che i «limiti alla partecipazione al capitale sociale di imprese industriali non vengano più posti».
Visto che il tetto del 30% per aziende pubbliche pubbliche italiane e straniere non è già già stato rispettato, da Parigi in primis. La missiva, sottolineano fonti vicine, non ha comunque impatto sull'intricato dossier.
Sullo sfondo resta, non chiarita, l'eventualità che nella storia infinita possa entrare il governo Monti e in particolare il neo-ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera.
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