29 marzo 2024
Aggiornato 00:30
Cambia il clima e la viticoltura va in montagna!

Romito e Feudo Antico presentano il vino che verrà dalla montagna

Il vigneto Feudo Antico presentato a CasaDonna: il nuovo progetto di viticoltura per valorizzare il territorio di Castel di Sangro

CASTEL DI SANGRO - Cambia il clima e la viticoltura va in montagna! A dimostrarlo è il progetto Feudo Antico – CasaDonna,  nato dalla sinergia tra la prima azienda produttrice della doc Tullum e il famoso chef Niko Romito, presentato il 22 novembre 2011.
Obiettivo del progetto culturale  è verificare se la montagna possa divenire terra di vini di qualità e creare un modello di sinergia imprenditoriale tra realtà diverse, finalizzato a valorizzare il territorio. Feudo Antico e Niko Romito hanno così deciso di realizzare un vigneto sperimentale a quasi 1000 m slm, progettato e seguito dallo staff del professor Attilio Scienza dell’ Università di Milano. «Da sempre, ciclicamente, la terra è stata oggetto di grandi cambiamenti climatici. Oggi si assiste ad una progressiva desertificazione – afferma Attilio Scienza –. Per questo ci troviamo a gestire problemi di eccessiva maturazione, di scarso sviluppo degli aromi e alta alcolicità dovuti a temperature troppo calde, nel momento in cui il mercato cerca invece vini più eleganti e profumati. In montagna invece le condizioni si stanno dimostrando potenzialmente interessanti per produrre vini moderni.  L’altitudine, quindi, diventa un’opportunità».

Lo hanno intuito Andrea Di Fabio, direttore di Feudo Antico, e Niko Romito, chef patròn di Casa Donna,  che ha deciso di investire in un territorio marginale, Castel di Sangro, per verificare le potenzialità qualitative di una viticoltura difficile, quasi eroica, che diventa presidio territoriale e l’opportunità di offrire alla comunità locale un’interessante attività economica. La viticoltura di montagna, infatti, come dimostrato dal Cervim, rappresenta in Europa 39 Aree Viticole, 17 regioni interessate, 500.000 operatori coinvolti, 200.000 aziende presenti su questo territorio, 4-5% sul totale della viticoltura europea.

«Feudo Antico è una piccola azienda con radici che affondano nella tradizione abruzzese – afferma Andrea Di Fabio –. Siamo stati i primi a produrre la doc Tullum, una delle più piccole d’Italia.  Siamo ora orgogliosi di aver appoggiato questo progetto innovativo nato su basi di amicizia e di aver dimostrato che l’Abruzzo sa fare sinergia in un mondo tendenzialmente individualista».

Per realizzare il progetto sono state scelte condizioni estreme, come ha spiegato Lucio Brancadoro: un’altitudine di 800 m slm, un clima freddo, un vigneto esposto ad ovest su terreno franco argilloso, varietà internazionali come Pinot nero, Riesling renano, Sylvaner verde, Traminer e Veltliner e l’autoctono Pecorino. Su quest’ultimo vitigno Feudo Antico ha puntato molto anche grazie al progetto di zonazione, realizzato nell’areale della Tullum.

L’evento è stato anche il modo per presentare i nuovi vini Feudo Antico, il Rosso Riserva e il Passito, spiegati dal degustatore Paolo Lauciani, cui è seguito l’abbinamento con la cucina di Niko Romito, certamente uno degli chef che più sta facendo parlare di sé. Non solo per la qualità della propria cucina, ma anche per l’ambizioso progetto CasaDonna, che vedrà oltre al ristorante un centro di formazione per chef e una locanda gourmet. «Immaginarsi il progetto due anni fa non era facile – spiega Romito -  il posto era abbandonato da tempo, ma abbiamo trovato nel paese di Castel di Sangro un grandissimo appoggio per il recupero di Casadonna, un luogo storico che nel 1500 Celestino V si era fermato. Oggi CasaDonna rinasce divenendo anche  centro di formazione dove trasmettere una  filosofia  a ragazzi che apprenderanno le arti gastronomiche di un paese straordinario come l’Italia».