23 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Dopo i BTP, ora i tedeschi declassano brutalmente anche il nostro vino più famoso

Die Zeit attacca il Brunello: pessima qualità

A scendere in campo contro un’eccellenza italiana non è però un giornale qualsiasi ma il celebre settimanale Die Zeit, tra i più autorevoli in Germania, che prende di mira il Brunello in un articolo a firma di Manfred Kimek

MILANO - Dopo i BTP, ora i tedeschi declassano brutalmente anche il nostro vino più famoso, il Brunello di Montalcino. A scendere in campo contro un’eccellenza italiana non è però un giornale qualsiasi ma il celebre settimanale Die Zeit, tra i più autorevoli in Germania, che prende di mira il Brunello in un articolo a firma di Manfred Kimek, rilanciato da numerosi blog e siti vinicoli tedeschi. Manfred Kimek sostiene che «l’appiattimento del mercato ha portato anche un vino di grande prestigio come il Brunello di Montalcino a standardizzare le sue produzioni solo per obbedire alle richieste del mercato e guadagnarsi valori alti nelle classifiche vinicole mondiali.» Inesorabile poi e senz’appello la sentenza sul Brunello, che Die Welt non esita a definire «vino senz’anima, da laboratorio.»

Un vero pugno nello stomaco (e nel portafoglio) dei produttori italiani, a pochi mesi dalla vicenda del «vino annacquato», che sembra essersi sopita in Italia, ma che invece all’estero viene ancora citata come esempio negativo. L’indagine trasferita dalla Toscana alla Puglia, ha visto nel mirino marchi blasonati come Antinori, Biondi Santi e Frescobaldi ed ha dato il via a pesanti critiche sui criteri di produzione delle grandi cantine, ritenute ormai pseudo industriali.

Ed infatti, anche Eckhard Supp sul portale enologico tedesco ENO World Wine, è impietoso con le aziende vitivinicole del Bel Paese, accusandole di «arrabattarsi per produrre Brunello allargando i loro vigneti di Brunello e inquinandoli con uve di Sangiovese, Merlot, Cabernet e Nero d’Avola, finora assolutamente vietati per ottenere un Brunello di Montalcino originale e, soprattutto, DOCG.»

Come se non bastasse, anche lo spagnolo El Mundo rincara la dose e mette pesantemente in discussione i livelli di produzione ufficiali. Secondo il famoso quotidiano madrileno, nel 2011 la produzione di vino in Toscana per Chianti e Brunello sarebbe crollata di oltre il 15%, la più bassa da oltre 60 anni.