29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
«E non si dia un euro di aiuto a un sistema produttivo che fa male a tutti»

Peste suina in allevamento Lanusei. LAV chiede inchiesta a Prefetto

Carabinieri NAS, Sindaco e Presidente Regione su propagazione malattia e condizioni degli animali ancora non uccisi

ROMA - Garanzie sull’accudimento dei maiali ancora non uccisi nell’allevamento di Lanusei (Ogliastra) dove si è propagata un’epidemia di peste suina. Accertamento delle responsabilità civili e penali sulla propagazione dell’epidemia di peste suina da parte dell’allevamento con i quasi 4000 maiali detenuti. Non concessione di alcun aiuto economico all’attività già responsabile di spese per tutti i cittadini. E’ l’appello che la LAV, Lega Anti Vivisezione, rivolge al Prefetto di Nuoro Lisi, al Presidente della Regione Sardegna Cappellacci, al Comandante dei Carabinieri NAS Piccinno, al Sindaco Lai.

«Non dar da mangiare agli animali configura il reato di maltrattamento di animali secondo l’articolo 544 ter del Codice penale – spiega il presidente LAV Gianluca Felicetti – il proprietario dell’allevamento e chi vi opera sono responsabili del loro accudimento anche in una situazione di emergenza mentre da subito chiediamo garanzie che a pagare i danni e l’improbabile rilancio di questo sistema produttivo intensivo che fa male a tutti, in termini sanitari e morali, non siano i cittadini sardi attraverso le centinaia di migliaia di euro che le Amministrazioni pubbliche locali e nazionali saranno chiamate a elargire a fondo perduto».