19 marzo 2024
Aggiornato 05:00
Polemiche all'assemblea dell'ANCE

I costruttori fischiano Matteoli: «Vergogna». Lui: «Mancano i soldi»

Ance: «Risorse infrastrutture». Parte degli imprenditori lascia l'assemblea quando parla il Ministro. La Russa: «4-5 i contestatori, applausi dagli altri». Pd: «I costruttori bocciano un Governo inconcludente». Bocchino (FLI): «Le contestazioni a Matteoli segnano la fine di una fase politica»

ROMA - Dura contestazione, con fischi e urla, contro il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, da parte di un gruppo di costruttori dell'Ance. «Vergogna, basta, usciamo», hanno urlato, durante l'assemblea dell'Ance, alcuni contestatori interrompendo così il discorso del ministro che stava elencando gli interventi adottati dal governo a favore del settore delle infrastrutture. In molti hanno poi abbandonato la sala del Palazzo dei Congressi all'Eur, mentre il ministro, dopo un attimo di smarrimento, ha subito minimizzato: «Mi rendo conto del momento difficile, sono abituato a ben altro».

Ultimatum al Governo - La contestazione, comunque, è arrivata al termine di un'assemblea incentrata su un chiaro ultimatum al governo: «il tempo è scaduto», ha detto infatti il numero uno dell'Ance, Paolo Buzzetti, sottolineando che sul Dl Sviluppo il governo si sta giocando l'ultima chance di credibilità». I numeri, del resto, parlano chiaro, il settore è in profonda difficoltà. Dall'inizio della crisi i posti di lavoro persi nelle costruzioni sono circa 230mila, che raggiungono le 350mila unità se si considerano anche i settori collegati alle costruzioni. Dunque, il Dl Sviluppo rappresenta ora «una grande opportunità» per invertire la rotta e tornare a puntare sull'edilizia «motore fondamentale dell'economia», ma un piano » a costo zero - ha avvertito Buzzetti - o è una chimera o è una presa in giro». «I soldi ci sono, spendiamoli», è l'appello che Buzzetti ha lanciato al governo chiedendo di non concentrare le «poche risorse» solo sulle grandi opere. Ma Matteoli ha subito messo in chiaro: «Soldi non ce ne sono, il finanziamento avviene attraverso la defiscalizzazione».

I pagamenti della P.A. - Ma ad incrinare i rapporti tra costruttori e governo c'è anche tutta la questione ancora aperta dei ritardi nei pagamenti da parte della P.A. E, su questo fronte, i costruttori non intendono più fare sconti: «ci hanno già bocciato tre soluzioni, la Cassa depositi e prestiti sta studiando l'ennesima soluzione, se anche questa fosse bocciata invito i nostri associati ad agire per vie legali».

La Russa: «4-5 i contestatori, applausi dagli altri» - «Come al solito poche persone che contestano fanno più notizia di tanti che hanno un atteggiamento opposto». Così il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha commentato le contestazioni al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli durante il suo intervento all'assemblea dell'Associazione nazionale costruttori edili.
«Le immagini della contestazione - aggiunge La Russa - mandate in onda dalla televisione parlano chiaro: di fronte ad una ampia platea, solo quattro o cinque persone hanno contestato il ministro Matteoli. Mi domando se sia giusto da parte dei media parlare di contestazioni degli edili quando questa avviene da un così esiguo numero di persone. E chi dà voce invece ai tanti che lo hanno ascoltato rispettosamente o che lo hanno applaudito?».
«Al ministro Matteoli - conclude La Russa - la mia sincera solidarietà, sicuro che il suo già forte impegno per la comunità nazionale verrà ulteriormente rafforzato da questa vicenda.«

Pd: «I costruttori bocciano un Governo inconcludente» - «Oggi Matteoli ha ricevuto i fischi ma si sarebbe meritato gli applausi per essere riuscito nella splendida impresa di aver messo tutti d'accordo, lavoratori e imprenditori, nel giudicare questo Governo inconcludente ed incapace». Lo dichiara Matteo Mauri, responsabile infrastrutture e trasporti del Partito Democratico.
«Le continue promesse non mantenute, le parole vuote del ministro Matteoli e i continui tagli - aggiunge - non fanno che peggiorare una situazione già molto difficile. Ma la bocciatura di oggi è sull'intera legislatura, il ministro non si nasconda dietro crisi contingenti, qui abbiamo davanti anni di nulla, e alla fine i cittadini dicono basta».
«Non c'è nessun intervento per la crescita, si continua a parlare - prosegue l'esponente Pd - di interventi faraonici invece di sbloccare le tantissime piccole opere. Bisognerebbe infatti mettere in condizione gli enti locali virtuosi di poter utilizzare le risorse per gli investimenti, rivedendo il patto di stabilità. Tale necessità è ancora più evidente, ad esempio, nel caso degli enti locali coinvolti direttamente nella realizzazione dell'Expo. Si rischia il blocco dei lavori, la rinuncia di fatto all'esposizione universale e il venir meno di una opportunità per l'intero Paese che non possiamo assolutamente permetterci».

Bocchino (FLI): «Le contestazioni a Matteoli segnano la fine di una fase politica» - «Le contestazioni dei costruttori al governo all'assemblea dell'Ance si aggiungono alla netta presa di distanza avvenuta nei giorni scorsi da parte di Confindustria e della Cei. È ormai evidente che il Pdl ha rotto definitivamente con il suo blocco sociale di riferimento. Questo dato inequivocabile dovrebbe far comprendere a Berlusconi che si è conclusa una fase politica e che il Paese ha bisogno di tornare alle urne o di avere un governo di larghe intese per la ricostruzione nazionale». Lo dichiara in una nota il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino.

Borghesi (IdV): «Anche i costruttori sbattono la porta in faccia al governo» - «Dopo gli operai anche i costruttori sbattono la porta in faccia al governo». Lo afferma il presidente vicario del gruppo Idv alla Camera Antonio Borghesi, che aggiunge: «Non solo, le contestazioni nei confronti del ministro Matteoli da parte dell'Ance arrivano dopo l'ultimatum lanciato nei giorni scorsi da Confindustria e dopo la presa di distanza della Cei. Si tratta dell'ennesimo segno d'insofferenza manifestato a vari livelli dagli italiani, dagli operai agli imprenditori. Il governo apra gli occhi e ceda il passo agli elettori».