23 aprile 2024
Aggiornato 11:00
La crisi del debito sovrano

Marcegaglia: manifesto in 5 punti per «salvare l'Italia»

Il presidente di Confindustria ha illustrato agli imprenditori toscani riuniti a Firenze come ridurre la spesa pubblica dalle pensioni alla burocrazia

FIRENZE - Nella manovra del Governo, «non c'è niente che riduca la spesa dello Stato». Con questa premessa, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha illustrato agli imprenditori toscani riuniti a Firenze, i punti chiave di «un documento che dica quali sono per noi le riforme da fare». In primo luogo, c'è l'obiettivo della «riduzione della spesa pubblica». Per Marcegaglia, non servono «i tagli lineari, ma bisogna guardare alle singole cose, costo per costo».

Viene poi la «riforma delle pensioni». «Non è possibile - ha ribadito - che un Paese con i problemi che abbiamo noi, mandi le persone in pensione a 58 anni, con assegni molto alti, mentre domani i giovani ci andranno a 70 anni se non di più, con assegni pari alla metà di adesso. Non è possibile». Sempre nell'ambito del secondo punto, il rapporto tra fisco e impresa: «dobbiamo abbassare il cuneo contributivo fiscale, a partire proprio dai giovani», ha detto Marcegaglia, che lancia un appello per «iniziative serie e concrete». La riforma delle pensioni, quindi, «non deve penalizzare i giovani».

Per ridurre la spesa pubblica, ha continuato Marcegaglia, «cominciamo a vendere patrimonio pubblico, questo può essere utilizzato per abbassare il debito e levare l'ingerenza del pubblico nell'economia». E' urgente poi «un piano di privatizzazioni e di liberalizzazioni serio». «Nell'ultima manovra - ha accusato Marcegaglia - sono stati citati alcuni capitoli sulle liberalizzazioni, ma se andiamo a vedere cosa c'è, non c'è niente». Inaccettabile, per il presidente di Marcegaglia che esistano ancora «le tariffe minime: non è giusto che ci sia un pezzo del paese che lavora nel libero mercato e un altro pezzo che è protetta e ha le tariffe minime e scarica sugli altri i proprio costi». Quanto alla «liberalizzazione dei servizi pubblici locali, tutto questo aiuterebbe a far crescere l'economica del Paese».

Il quinto e ultimo punto, le infrastrutture. Il presidente di Confindustria ha chiesto di «levare i vincoli burocratici e di testa che impediscono a investimenti magari già finanziati da pubblico e privato».