10 ottobre 2024
Aggiornato 12:00
Incendio a impanto di fusione rifiuti a bassa radioattività

Incidente Marcoule: «nessuna fuga radioattiva, nulla da temere in Italia»

Lo spiega Paolo Zeppa che dirige la sala emergenze nucleari dell'Ispra. Protezione civile: «Dalle verifiche nessun valore anomalo». Prestigiacomo: «Controllo costante ma le notizie sono confortanti». Di Pietro: «Il Governo si impegni sulle rinnovabili»

ROMA - «Nessuna fuga radioattiva, nulla da temere in Italia per l'incidente avvenuto in Francia», spiega Paolo Zeppa che dirige la sala emergenze nucleari dell'Ispra spiega infatti che l'incidente è avvenuto nel sito di Centraco, a Codolet, in un centro di «trattamento e condizionamento di rifiuti a bassa e bassissima radioattività», un impianto vicino alla centrale nucleare di Marcoule.
L'Autorità di sicurezza nucleare (Asn) francese ha infatti chiuso l'incidente, sottolineando che si tratta di un incidente industriale, non nucleare. «I rifiuti radioattivi che vengono trattati dentro l'impianto - spiega Zeppa - sono a bassa o a bassissima radioattività. Sono materiali che non possono essere rilasciati in discarica ma devono essere trattati. Possono anche essere rifiuti che derivano da attività nucleari ma non le scorie come combustibile esaurito, e possono essere anche rifiuti dall'industria ospedaliera, o di ricerca».

Protezione civile: «Dalle verifiche nessun valore anomalo» - Durante l'incidente avvenuto questa mattina nel centro di trattamento di scorie nucleari a Marcoule, nel sud della Francia, non c'è stata dispersione di materiale radioattivo e le verifiche effettuate dall'Ispra e dalle reti di rilevamento della radioattività dei vigili del fuoco attive sul territorio nazionale non riscontrano al momento valori anomali.
E' quanto è emerso in un'unità di crisi convocata oggi pomeriggio dal Dipartimento della Protezione civile, in seguito all'incidente, alla quale hanno partecipato rappresentanti dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e del Ministero degli Affari Esteri.
L'Autorità per la sicurezza nucleare francese, inoltre, poco dopo le 16 ha dichiarato terminato l'incidente. E' bene sottolineare, dice la Protezione civile, che si è trattato di un incidente industriale (non nucleare) avvenuto su un sito destinato a lavorare le scorie radioattive prima di avviarle alla fase di stoccaggio.
Il Dipartimento della Protezione Civile continuerà, in coordinamento con le autorità nazionali competenti, a monitorare gli sviluppi della situazione, anche nelle prossime ore.

Cessato allarme, ma la Liguria mantiene lo stato di vigilanza - La Regione Liguria, in collaborazione con Arpal, manterrà, a titolo precauzionale, lo stato di vigilanza nelle emissioni sul dopo incidente nella centrale nucleare di Marcoule, nel Sud della Francia. Lo ha detto l'assessore Renata Briano, prendendo atto delle assicurazioni del capo della protezione civile Franco Gabrielli che, dopo i contatti del pomeriggio, ha comunicato al dipartimento della Regione Liguria la fine dell'emergenza, precisando la natura «industriale» e non «nucleare» dell'incidente che non avrebbe causato alcuna fuoriuscita di radioattività dall'impianto.

Prestigiacomo: «Controllo costante ma le notizie sono confortanti» - Le conseguenze dell'incidente nel sito nucleare francese di Marcoule sono «costantemente monitorate dal Ministero dell'Ambiente attraverso l'Ispra e la rete delle agenzie regionali dell'ambiente oltre che dalla protezione civile». Lo afferma in una nota il ministro Stefania Prestigiacomo che spiega anche le notizie che giungono dalla Francia relativamente ad eventuali contaminazioni radioattive «sono al momento confortanti ma vengono costantemente verificate con le rilevazioni effettuate nel nostro paese e con particolare riferimento alle regioni del nord-ovest, più vicine alla centrale».
«Quanto accaduto oggi a pochi chilometri dai nostri confini conferma - aggiunge Prestigiacomo - la forte esigenza che l'Italia renda operativa e autorevole l'Agenzia per la Sicurezza Nucleare, soggetto forte, capace di interlocuzione costante con le Agenzie Europee, dotata di competenze e professionalità adeguate e collegata alla rete di rilevamento nazionale».
«Il nucleare - conclude il ministro - è una realtà in tutto il mondo occidentale e l'Italia deve essere in grado, pur non avendo centrali sul proprio territorio, di sedere ai tavoli internazionali i cui si prendono le decisioni su questo delicato settore. L'Agenzia è la riposta all'esigenza di sicurezza di tutti i cittadini».

Di Pietro: «Il Governo si impegni sulle rinnovabili» - «Non è che ogni volta che succede un incidente nucleare noi ci possiamo accontentare di dire stavolta solo un morto. Adesso si possono trovare fonti di energia più pulite, meno pericolose e meno dannose». Lo ha scritto sul suo profilo Facebook il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.
«Se ci fosse solo il nucleare - ha aggiunto - dovremmo accettare il rischio come 40-50 anni fa. Ma adesso ci sono le biomasse, l'eolico, il solare e altro. Credo sia fondamentale investire risorse e finalizzare gli investimenti e la tecnologia in settore meno dannosi. E' possibile. Noi che siamo stati i promotori del referendum contro il nucleare, chiediamo che il governo si impegni su questa strada».

Vendola: «Centrali in Europa pericolo per tutti noi» - «L'auspicio è che l'incidente alla centrale atomica di Marcoule, così vicina all'Italia, possa avere effetti assolutamente circoscritti, ma questo auspicio non ci impedisce di vedere il rischio continuo che le centrali atomiche in Europa continuano a rappresentare dal punto di vista della sicurezza e della salute dei cittadini». Lo ha affermato in una nota Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà.
«Alla luce di quest' ultimo incidente - ha aggiunto - viene facile enfatizzare la saggezza infinita del popolo italiano che con il voto referendario, per la seconda volta ha consentito al nostro Paese di congedarsi definitivamente da una tecnologia che non offre nessuna sicurezza né dal punto di vista della gestione degli impianti, né dal punto di vista dello smaltimento delle scorie».
«La scelta della Germania di dismettere il proprio patrimonio di centrali atomiche - ha concluso Vendola - dovrebbe essere emulata da tutti i Paesi europei e tutti dovremmo ragionare seriamente su come è importante mettere in campo un investimento strategico sulle energie rinnovabili».

Bonelli: «Grandissima preoccupazione per l'incidente» - «Siamo molto preoccupati per l'esplosione nel sito nucleare francese di Marcoule, vicino Nimes. L'incidente in territorio transalpino dimostra che noi Verdi avevamo ragione e che avevano ragione gli oltre 27 milioni di italiani che hanno detto 'No' con il referendum al ritorno del nucleare in Italia». Lo dichiara il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: «Il nucleare è un'energia insicura e pericolosa che mette a rischio la salute ed il futuro delle popolazioni che vivono intorno alle centrali: è necessario avviare una battaglia per bandire il nucleare dall'Europa con un grande referendum europeo».
«Adesso ci aspettiamo che siano resi pubblici i dettagli di quanto è accaduto perché dalle informazioni in nostro possesso nel sito di Marcoule è presente, oltre a tre reattori gas-grafite simili a quello di Latina, un reattore autofertilizzante Phoenix da cui si ricava il plutonio per le bombe nucleari che ha avuto in passato diversi incidenti e dove è presente sodio radioattivo infiammabile a contatto con l'aria - conclude Bonelli - L'area dell'incidente dista meno di duecento chilometri dai confini italiani e circa cento dal Mediterraneo: chiediamo all'Ispra di attivare immediatamente la rete di monitoraggio dei livelli di radioattività sul territorio italiano a tutela e garanzia della salute dei cittadini italiani».