24 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Al via il nuovo anno scolastico

Scuola, 5.700 istituti con preside nuovo. Gelmini: «Nessun taglio all'istruzione»

Stima Tuttoscuola: «Con gli accorpamenti il Governo risparmia 200 milioni». Dopo la Sentenza del Tar il Miur accantona posti per 3mila docenti»

ROMA - L'anno scolastico è alle porte e stavolta dopo le riforme dei cicli d'istruzione adottate dall'attuale governo nell'ultimo triennio, quella che gli otto milioni di alunni e studenti italiani troveranno, a partire dal 12 settembre, sarà una scuola diversa soprattutto dal punto di vista organizzativo: a seguito del dl n. 98, convertito nella legge 15 luglio 2011 n. 111, «Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria», il 60 per cento delle scuole infanzia ed elementari si ritroveranno infatti accorpate in sedi più grandi, i cosiddetti istituti comprensivi, e ciò comporterà il cambiamento dei presidi e degli uffici di segreteria.
Tutto questo accadrà perché le nuove disposizioni, che comporteranno la riduzione di spese per la rete scolastica di circa 200 milioni di euro l'anno, prevedono che i nuovi e i vecchi istituti comprensivi dovranno avere almeno 1.000 alunni. Un resoconto dettagliato delle modifiche apportate è stato pubblicato oggi dal periodico Tuttoscuola, che ha preparato una sintesi degli effetti della manovra bis di luglio, attraverso cui il governo «ha chiamato ancora una volta la scuola a contribuire ai risparmi di sistema in modo più incisivo di quanto, forse, sia stato percepito dall'opinione pubblica e in molti casi anche dai diretti interessati».
Cosa succederà, in sintesi? Circa 5.700 delle attuali 10.500 istituzioni scolastiche esistenti saranno accorpate, con «più di 5 milioni di famiglie vedranno modificato il loro riferimento con la segreteria della scuola e con il dirigente scolastico».

Cancellati 3.100 dirigenti:2.000 costretti dividersi su più sedi - Ma le novità organizzative non finiscono qui: tutte le scuole con meno di 500 alunni chiuderanno e quelle che rimarranno in vita subiranno una profonda «riorganizzazione dei servizi e diffusa situazione delle reggenze (circa 2mila)», con i nuovi presidi costretti a dividersi su più sedi, a volte anche molto distanti una dall'altra. I consigli di istituto di questi istituti ridimensionai solo per «questo ultimo anno - continua Tuttoscuola - funzioneranno regolarmente poi si dovrà procedere a nuove elezioni».
I risparmi fissati dal Governo passeranno anche per la riduzione degli organici: oltre alla terza ed ultima tranche prevista con la legge 133/08, che in estate ha fatto sparire quasi 20mila docenti e 15mila amministrativi, tecnici ed ausiliari, la manovra estiva produrrà «una contrazione di organico di circa 3.180 posti di dirigente scolastico (-30%), di circa 1.130 posti di Direttore dei servizi generali ed amministrativi (-11%), di circa 1.100 posti di assistente amministrativo».
Sempre secondo Tuttoscuola la ristrutturazione delle istituzioni scolastiche comporterà «una notevole discontinuità didattica e amministrativa: revisione dei Pof, ricomposizione dei collegi docenti, cambio dei revisori dei conti, nuovi bilanci, gestioni finanziarie di esercizi diversi, ecc.. E le dotazioni in carico alle istituzioni, soppresse o aggregate, comporteranno «passaggi di beni alle nuove istituzioni e saranno modificati gli inventari, per un valore stimabile in 150 milioni di euro».

Gelmini: «Dalla manovra nessuna riduzione di organico o spese» - Nessun taglio all'istruzione a seguito della manovra. Ad escludere interventi particolari è stato il ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini. Nel corso della conferenza di presentazione dell'anno scolastico ormai alle porte, il ministro ha voluto rimarcare come «La manovra economica non contiene tagli agli organici o alle spese per il funzionamento dell'istruzione, dell'Università e della ricerca».
Il taglio lineare a tutti i ministeri contenuto nella manovra «non si riflette sul funzionamento effettivo della scuola: si tratta - ha spiegato - di un taglio assorbibile attraverso la razionalizzazione, per la verità in corso da tempo, che prevede anche un diverso impiego del personale tecnico amministrativo e la riduzione degli appalti esterni per le pulizie». Altra voce importante su questo fronte è «la digitalizzazione e l'informatizzazione di numerose procedure interne alla scuola». A queste due voci, ha specificato il ministro, è legato un «risparmio di 700 milioni di euro».

«Ci sono condizioni per inizio dell'anno scolastico regolare»  - Ha parlato di condizioni per un inizio dell'anno scolastico «regolare' il ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini che, questa mattina, ha tenuto una conferenza per fare il punto della situazione a pochi giorni dalla riapertura degli istituti scolastici. La prima questione affrontata dal ministro, come pronosticabile, è stata l'annosa questione del personale: «Gli uffici hanno completato il lavoro sulle misure per garantire la presenza degli insegnati in cattedra fin dal primo giorno e per l'espletamento di tutte le procedure per le immissioni in ruolo dei 65mila nuovi insegnati e tecnici amministrativi. Entro il 20 agosto, poi, sono state definite anche le operazioni per la mobilità dei dirigenti scolastici anche consentendo il trattenimento in servizio di 417 dirigenti 65enni. Sono inoltre partiti i concorsi per l'assunzione di nuovi presidi». Molte le novità legate poi «all'avvio degli Istituti tecnici superiori: ci sarà per il primo anno la possibilità di una formazione biennale che coniuga preparazione teorica con formazione sul posto».
Importanti i dati sulle presenze «in classe». Secondo il ministero sono 7 milioni 830 mila gli alunni iscritti all'anno scolastico 2010/2011. Di questi 1 milione 21 mila alunni frequenteranno la scuola dell'infanzia, oltre 2,5 milioni siederanno sui banchi della scuola primaria, 1,6 milioni sono gli iscritti alla scuola secondaria di I grado, e 2,5 milioni alla scuola secondaria di II grado.

Dopo la Sentenza del Tar il Miur accantona posti per 3mila docenti» - Dopo la sentenza del Tar Lazio sull'inserimento a pettine in graduatoria dei docenti, il Miur ha deciso di procedere all'accantonamento di posti per 3mila insegnanti. Contro l'inserimento in coda in tre province infatti, il Tar Lazio ha accolto il ricorso di circa 3mila docenti ed ha nominato un commissario ad acta perché provvedesse all'inserimento a pettine dei ricorrenti nelle graduatorie del 2010/2011.
«Il piano triennale di assunzione, che sta dando luogo all'immissione in ruolo di 30mila insegnanti - spiega il ministero - ha previsto che 10mila di queste assunzioni fossero effettuate sulla base delle graduatorie del 2010/2011. Era dunque necessario decidere se, per tali 10mila assunzioni, occorresse usare le graduatorie del 2010/2011 aggiornate dal commissario ad acta a seguito della sentenza del Tar». Ora, poichè il contenzioso non è ancora definito, visto che è ancora pendente il ricorso al Consiglio di stato, «si è deciso - riferisce il Miur - di non procedere subito alla nomina di questi 3mila insegnanti ricorrenti, inseriti a pettine dal commissario ad acta e di procedere all'accantonamento dei posti a loro riservati».
L'accantonamento non prevede quindi che al posto di questi 3mila insegnanti ne vengano assunti altri; significa invece che l'amministrazione ha deciso di attendere la sentenza del Consiglio di Stato prima di immettere in ruolo i ricorrenti. Se il Consiglio di Stato confermasse la sentenza del Tar Lazio, i posti accantonati saranno attribuiti ai 3mila, con decorrenza dal primo settembre 2010, un volta definito il contenzioso. «Peraltro - conclude il ministero - quasi tutti i docenti per i quali è stato accantonato il posto stanno ottenendo già da subito l'immissione in ruolo per effetto delle graduatorie del 2011/2012, aggiornate a pettine e che li vede ai primi posti nelle province che hanno scelto».