19 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Tra i due e guerra di nervi

Pensioni, i sospetti di Berlusconi su Tremonti

Il Premier difende l'«intesa di Arcore». Crosetto: «Di chi era idea?». Finocchiaro: «Si sfiora la farsa ma lo scandalo resta». IdV: La «banda del buco» ha colpito ancora»

ROMA - Si osservano a distanza. Due assenze pesanti, mentre a Roma si fa e si disfa una manovra e il trionfalismo di chi aveva battezzato quello di Arcore come il patto del rilancio. E invece, racconta la prima linea berlusconiana, l'umore del Cavaliere è tendente al nero, soprattutto nei confronti di Giulio Tremonti, per l'operazione pensioni gestita insieme a Maurizio Sacconi senza valutarne l'impatto. Il passo indietro è costato in termini di immagine, tanto che al premier - raccontano le stesse fonti - sono tornati in mente pensieri foschi e lo spettro di complotti politici per disarcionarlo.
Nel Pdl l'ala dura pensa che il caos sulla manovra sia legato anche al delicato momento politico che sta vivendo il ministro dell'Economia. E che in tutta questa vicenda conti anche il caso Milanese, sul quale è atteso a settembre il voto del Parlamento.
Sarà forse per questo che nel partito di Berlusconi si teme che le chiusure di Tremonti, la vicenda delle pensioni e al confusione che regna sovrana segnalino le difficoltà del ministro, anche su quel delicato fronte. Una partita nella quale il Pdl teme anche il ruolo che potrebbe giocare almeno una parte della Lega.
Dal fronte Tremonti si nega qualsiasi contatto fra il premier e il ministro del Tesoro. Allo stesso modo, la versione ufficiale smonta la tesi del «grande gelo» tra i due. Ma qualcuno, neanche troppo maliziosamente, fa notare come il destino di Giulio e Silvio sia legato, oggi più che mai, e che «se cade Tremonti, cade anche Berlusconi...».

Crosetto: «Di chi era idea?» - «Sono due mesi che si parla di intervenire sulle pensioni. Io ho sempre considerato serio chiedere un sacrificio generazionale ai più fortunati che godranno ancora del sistema retributivo nei confronti della maggioranza degli attuali lavoratori che lavoreranno per pagare pensioni di anzianità molto più alte di quelle che spetteranno loro, a persone che hanno lavorato molto meno di quanto dovranno lavorare loro». Lo afferma il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto (Pdl), dicendosi d'accordo con la decisione di abolire la contestata norma sulle pensioni.
«L'intervento proposto ieri - prosegue - non andava in questo senso ed innescava problemi con persone che avevano già versato per il riscatto degli anni di studio e militare. Ora giustamente questa ipotesi è sparita. Certo non sarebbe male sapere chi erano il padre e la madre di quest'idea... . Anche perché è stato il classico caso della toppa peggiore del buco».

Bricolo: «Senso di responsabilità contro le strumentalizzazioni» - «In questi momenti il senso di responsabilità di tutti i gruppi parlamentari dovrebbe far in modo di evitare inutili polemiche e strumentalizzazioni che non fanno certo gli interessi del Paese». Lo afferma il presidente dei senatori della Lega Nord, Federico Bricolo. «Mentre le opposizioni non fanno altro che lamentarsi, come Lega - sottolinea Bricolo - stiamo lavorando per migliorare la manovra.
Siamo già riusciti a tutelare gli interessi dei lavoratori , non toccando le pensioni ed ora stiamo lavorando a sostegno degli Enti Locali che garantiscono servizi essenziali ai cittadini. Le risorse necessarie - conclude Bricolo - le andremo a trovare dalla lotta alla grande evasione».

Bindi: «Il Governo mina la credibilità dell'Italia» - «Ancora una volta abbiamo vinto una battaglia di buon senso sull'ultima invenzione del governo relativa alle pensioni. La verità è che a guidare l'Italia oggi non c'è un governo, ma una serie di persone che tirano a sorte. Il dramma è che questa situazione continua a far perdere la credibilità del paese di fronte al mondo ed ai mercati». Lo dichiara Rosy Bindi, Presidente dell'Assemblea Pd e vice presidente della Camera.

Finocchiaro: «Si sfiora la farsa ma lo scandalo resta» - «Quello che sta avvenendo sulla manovra sfiora la farsa ma rimane comunque scandaloso. C'è da gioire per la cancellazione di una norma ingiusta e incostituzionale come quella sulle pensioni ma ora ci troviamo di fronte a una manovra che non esiste». Lo afferma Anna Finocchiaro, presidente del Gruppo del PD al Senato.
«Ieri sembrava che il vertice di Arcore, atteso come l'oracolo di Delfi - spiega Finocchiaro - dovesse sciogliere tutti i nodi nella maggioranza. Oggi la Lega si rende conto della stupidaggine fatta. Ma ora di che cosa discutiamo in Senato? Come faranno ora , di buco in buco, a far quadrare i conti? Quale altra sorpresa attende gli italiani? Per le 18 di oggi era stabilito il termine per la presentazione dei testi di maggioranza e governo. Se per quell'ora non arriveranno gli emendamenti annunciati, il PD non discuterà più della manovra in commissione».
«Siamo di fronte a un esecutivo incapace. Dove sono finiti gli aedi degli accordi di Arcore? Ieri dal segretario del Pdl Alfano e dal premier sono venuti appelli alla responsabilità dell'opposizione. Avverto - conclude la presidente del Gruppo del PD - che c'è un limite alla decenza. Visto che resistono norme come quella sul tfr e la tredicesima, chiedo di sapere quando hanno intenzione di rompere il patto che hanno evidentemente stretto con evasori e privilegiati».

IdV: La «banda del buco» ha colpito ancora» - «L'obbligata retromarcia sulle pensioni rende bene l'idea del grave stato confusionale in cui si trovano maggioranza e governo, che un giorno dicono una cosa e il giorno dopo se la rimangiano». Lo afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, che aggiunge: «Non contenti di una manovra già pessima, hanno provato a peggiorarla inserendo spudoratamente una vigliaccata meschina, ma hanno dovuto cancellarla subito di fronte alla rivolta di quanti si sono giustamente sentiti fregati».
«Ora per tappare il buco in un provvedimento che già fa acqua da tutte le parti vogliono far credere che troveranno le risorse dalla lotta all'evasione. Loro, quelli dei condoni e degli scudi fiscali, i migliori amici degli evasori. Ma davvero - conclude Belisario - pensano che gli italiani sono così fessi e non hanno capito di essere governati da una pericolosa banda del buco?».
«Sulle pensioni il governo è passato dalla truffa alle comiche, alla farsa. L'accordo su una manovra pessima e ingiusta è durato lo spazio di una giornata». Lo afferma il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi.
«La cancellazione della norma truffaldina e incostituzionale sulle pensioni - prosegue - è un fatto positivo, ma non ci rallegriamo perché sappiamo che sono talmente irresponsabili da essere capaci di tutto, persino di trovare norme ancora peggiori.
Hanno mostrato ancora una volta, da un lato la propria incapacità di scrivere una manovra equa ed equilibrata in grado di rassicurare i mercati, dall'altro tutte le spaccature e le lacerazioni al proprio interno. E' chiaro che in questo modo l'Italia rischia grosso e non può più andare avanti. Il centrodestra deve rendersi conto che la stagione politica di Berlusconi si è chiusa e il Cavaliere deve cedere il passo per il bene del Paese».

Della Vedova (Fli): «Norma assurda, il Governo improvvisa» - «Come previsto la assurda norma sul riscatto previdenziale degli anni di università e servizio militare è saltata, il che è naturalmente un bene». Lo afferma in una nota il capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, Benedetto Della Vedova, che aggiunge: «Resteranno i danni, in primo luogo la sensazione di chi scommette sulla propria formazione universitaria di non essere considerato una risorsa oltre che per sé, per il paese. Ma il danno più grosso è quello che conferma che in Italia con questo Governo al potere ci sia non la fantasia ma l'improvvisazione, con grave pericolo per la credibilità nei confronti di chi ci presta il denaro per far fronte al debito pubblico».
«Occorrerebbe fermare questo motore che gira a vuoto - conclude Della Vedova - e ripartire con un nuovo Governo che abbia un contributo parlamentare più ampio possibile».

Fatuzzo (Partito Pensionati): «La norma va solo cestinata» - La manovra economica bis è diventata «un tormentone» ma non bastano aggiustamenti, va solo cestinata. Lo afferma, in una nota, il segretario del Partito pensionati Carlo Fatuzzo, secondo cui, dopo l'introduzione e il successivo ritiro della norma sull'esclusione degli anni universitari e di servizio militare dal calcolo dell'età pensionabile, c'è «confusione e incertezza» e questa situazione «non può continuare».
«Si continua a pensare, comunque - osserva Fatuzzo - alle pensioni ed in particolare all'allungamento dell'età pensionabile. Non è credibile trasformare una manovra economica in un interminabile tormentone, che sta sfociando nel ridicolo. Questa è una manovra che non ha bisogno di 'pezze', ma solo di essere cestinata».