29 marzo 2024
Aggiornato 16:30
Manovra finanziaria

Boom della pressione fiscale, nel 2013 volerà al 44,3%

L'allarme della CGIA di Mestre: «Si rischia di soffocare i timidi segnali di ripresa economica»

ROMA - «Nel 2013 la pressione fiscale crescerà al 44,3 per cento, grazie agli effetti della manovra correttiva di luglio e a quelli legati alla manovra bis approvata venerdi sera. Un livello mai raggiunto in passato che rischia di soffocare i timidi segnali di ripresa economica registrati negli ultimi mesi. Rispetto a quest'anno, nel 2013 il carico fiscale sui cittadini e le imprese aumenterà dell'1,7».

A lanciare l'allarme è il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, che ha quantificato gli effetti fiscali delle manovre correttive approvate in queste ultime settimane.

La simulazione, segnalano dalla Cgia, è stata realizzato utilizzando le previsioni di finanza pubblica contenute del Def 2011 (Documento di Economia e Finanza), ipotizzando che le maggiori entrate fiscali per gli anni 2012 e 2013 vengano aumentate dagli effetti fiscali previsti dalla manovra correttiva anticipata di un anno e dalla manovra bis approvata venerdì scorso

Da un punto di vista metodologico si è proceduto sommando le entrate fiscali che la manovra correttiva di luglio prevede per il 2012 (pari a 6.081 milioni di euro) con le nuove entrate previste dalla manovra bis. Vale a dire: 4 miliardi di euro provenienti dalla riduzione delle agevolazioni ed esenzioni fiscali e i 3 miliardi di euro che saranno recuperati dal contributo di solidarietà, dalla riforma della tassazione delle rendite finanziarie e dall'applicazione dell'addizionale Ires (Robin tax) sulle imprese del settore energetico. Per il 2012 si sono considerate le medesime entrate fiscali previste per il 2014.

«Per stimare la pressione fiscale negli anni 2012 e 2013 - conclude Bortolussi - abbiamo classificato come entrata fiscale anche il gettito prodotto dalla futura riforma della assistenza sociale. Tale decisione è coerente con la norma di salvaguardia che prevede, nel caso di mancata attuazione della delega, che si proceda al taglio delle detrazioni e delle agevolazioni fiscali e quindi un conseguente aumento delle entrate fiscali. Nel caso la riforma assistenziale venisse attuata, si può ipotizzare che i 4 miliardi di gettito anticipati al 2012 e i 20 miliardi anticipati al 2013, si traducano in minori erogazioni ai cittadini e quindi vengano considerati nei bilanci pubblici come risparmi di spesa. In questa ultima ipotesi - conclude - la pressione fiscale potrebbe essere inferiore a quella ipotizzata nella nostra elaborazione».