28 agosto 2025
Aggiornato 03:30
Pubblico impiego | Scuola

Gelmini: Basta pagare i bidelli e appaltare le pulizie all'esterno

Il Ministro annuncia risparmi per 300 milioni e l'immissione in ruolo di 67 mila nuovi docenti

ROMA - «Quest'anno abbiamo risparmiato 300 milioni di euro solo razionalizzando le pulizie negli istituti: pagavano i bidelli e poi appaltavano le pulizie all'esterno». Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.

GELMINI: IMMESSI IN RUOLO 67 MILA DOCENTI: GARANTIRANNO LA CONTINUITA’ DIDATTICA - «'L'accordo raggiunta all'Aran che consente l'immissione in ruolo di 67mila tra docenti e Ata, dal prossimo anno scolastico 2011/2012 rispetta il principio, contenuto nel Decreto sviluppo, dell'invarianza dei saldi di finanza pubblica. Il Piano di assunzioni consentirà così una migliore organizzazione del servizio scolastico, favorendo la continuità didattica ed educativa», ha spiegato il ministro.

LA SCUOLA NON DEVE ESSERE UNO STIPENDIFICIO - «La scuola non può più essere vista come uno stipendificio, ne' sono più accettabili gli sprechi». Lo afferma in un'intervista esclusiva a 'Gente', in edicola da domani, il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini.
In questi giorni la Gelmini ha annunciato, per il prossimo anno, un ulteriore scritto per l'esame di Stato: un test Invalsi, uno di quelli tanto criticati da insegnanti e studenti. «Nel nostro Paese - spiega la Gelmini - i test vengono ancora guardati e subiti con diffidenza, perché sono visti come uno strumento punitivo. In realtà rappresentano uno screening per scoprire punti di forza e di debolezza.
Questa nuova prova ci servirà per rendere più omogenea la votazione dell'ultimo anno, cui uniremo una borsa di studio per i ragazzi più meritevoli ma anche per quelli che hanno difficoltà economiche. Bisogna cambiare impostazione».

SONO UNA PRIVILEGIATA RISPETTO A TANTE DONNE NORMALI - «So bene di vivere una situazione privilegiata rispetto a tante donne normali, - aggiunge la Gelmini - eppure mettere insieme lavoro e famiglia è un'impresa anche per me. Puoi fare la maestra o il ministro dell'Istruzione, ma i sensi di colpa e le ansie sono le stesse, la mamma è la mamma, ce lo raccontiamo per consolarci che la qualità del tempo che dedichiamo ai figli sostituisce la quantità. Non è vero. Io sono tornata a lavorare quando Emma aveva solo un mese e da allora lei sta con me, viaggia, prende aerei, viene al ministero».