Lunedì nero, i mercati bocciano la manovra
Bersani: «Segno che il Governo non ha credibilità»
ROMA - Inizia male per tutti la settimana sui mercati. Per l'Italia, che se sperava in qualche premio per l'approvazione in tempi da record della manovra sui conti pubblici ha ricevuto come risposta una nuova ondata di vendite su titoli di Stato e Borsa, tanto da spedire a nuovi massimi i rendimenti dei Btp decennali e facendo crollare di oltre il 3 per cento gli indici di Milano. E' iniziata male in generale anche per tutta l'Europa: sono calate nuovamente con forza tutte le piazze europee, tra continue tensioni sui rischi di debito, mentre si teme che da Atene la crisi debitoria finisca per contagiare altri paesi. Londra ha chiuso con un meno 1,55 per cento, Parigi al meno 2,04 per cento, Francoforte meno 1,55 per cento. A Milano il Footsie-Mib ha lasciato sul terreno il 3,06 per cento, mentre le tensioni sui rischi di debito si sono fatte ancora sentire in termini di aumenti dei rendimenti richiesti alle emissioni italiane già scambiate sul mercato: oggi sui Btp decennali i tassi retributivi sono tornati sopra la soglia psicologica del 6 per cento, fino al 6,03 per cento.
Questo ha portato a nuovi ampliamenti del differenziale (spread) di rendimento rispetto ai titoli equivalenti della Germania, i Bund che fanno da riferimento per tutte le emissioni pubbliche nell'area euro.
La pessima performance di piazza Affari ha portato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ad affermare che il meno 3% registrato oggi è il segno che «chi governa il traffico non ha credibilità». La notizia di oggi «non era imprevista perché il dato di fondo è la situazione politica». Infatti, secondo il segretario del Pd «l'Europa e i mercati osservano un punto: siamo un paese che non riesce a crescere e non crescendo è difficile pagare il debito e pagarlo a prezzo buono». Per Bersani occorre quindi una «ripartenza»: il momento attuale è «una continua giaculatoria di un governo che sopravvive per la stabilità e» in realtà «garantisce instabilità; oggi ne abbiamo avuto la prima prova».
Gli replica indirettamente Antonio Leone (PdL), vicepresidente della Camera, secondo il quale il momentaneo clima di coesione, che ha portato alla celere approvazione della manovra «dovrebbe continuare a essere il presupposto per fronteggiare tutti insieme e responsabilmente il momento delicato che attraversiamo. L'aggressione della speculazione internazionale non si fronteggia con il vuoto di potere e con fantomatici governi tecnici privi di forza politica. Chi insegue oggi la crisi - conclude Leone - altro non fa che favorire il gioco degli speculatori».